E c'è il mare, che l'estate inquieta e placa. E la frescura delle onde che di colpo s'induriscono e coprono di indolenti fili d'acqua le lunghe sabbie ardenti. E l'ombra di un canneto abbandonato che disegna al suolo il lento passo delle ore luminose. Tutto ciò ha senso se sotto il sole e sulla sabbia, e dentro l'acqua, e proiettato nella nitida trasparenza della distanza, il corpo è accompagnato dall'uguale certezza che lo riflette e sublima.
(...) In questi giorni di fuoco è necessario essere di fuoco. L'estate è un corpo di donna che avanza come polena, fiamma che rompe le fiamme. Ha in mano gli innumerevoli fiori che resistono al tempo. Trasporta con sé un segreto di vita che corre sulle onde del mare, sulle cime rumorose degli alberi, tra la soffice lanugine che riveste l'incavo delle ali degli uccelli. L'estate canta trionfale. E' un grido di giubilo lanciato verso i misteri minacciosi. E diviene un mormorio dentro le notti scure e profumate, quando una lieve e tiepida brezza giunta dalle arche dell'orizzonte passa sul volto come un'imponderabile carezza di mani amate.
Canto l'estate che mi canta. E giro lentamente il corpo in questo spazio come un figlio del sole, mentre il mare risplende. Pianto i piedi nella sabbia che ubriaca e colgo con le mani avide i frutti più alti. E' tempo loro. Mi distendo lungo sulla barca portata dalla corrente e vedo passare rami verdi, bianche nubi, cieli di azzurro e perla, uccelli prodigiosi.
Cade su di me una profonda e dolorosa allegria: verrà l'inverno, ma oggi è estate.
["L'estate" / Di questo mondo e degli altri - José Saramago]
Oggi, mare, sei il mio cuore
e io ti creo col mio ricordo avido e dirompente, mentre ti guardo e ti raggiungo.
Un'onda immediata e franante raccoglie il cielo azzurro
scava dall'orizzonte e dirompe sino alla riva
discioglie il colore sulla sabbia e prova a dipingermi i piedi di
blu
Passa e riparte, torna, ritenta, in un incessante susseguirsi di palpiti uguali al cuore di ogni giorno
movimento perpetuo, costante mutamento, perenne contraddizione.
Guardare il mare fa male agli occhi cambia al sole di volta in volta concavo e convesso
ricorda una lamina metallica di mille tonalità
diverse
Zampilli sfrangiati come fili lucenti tentano di legare colori che non si sono ancora posati in alcun luogo
e come foglie di luce si disperdono nel vento
L'azzurro si stempera nelle mani e fugge le mie dita impaziente di tuffarsi negli abissi e tornare carico di canti
profumati.
Seguo un'onda fremente e sognante che ha inzuppato la mia pelle di baci, mi abbandono alle liquide mani del mare,
i capelli si distendono nel verde smeraldo, i piedi continuano ad avanzare pigramente sulla sabbia,
l'acqua mi scivola sul collo titillandolo con morbide carezze risale sul mento, gorgheggia nelle orecchie, mi bacia le
labbra
lo sguardo cattura una nuvola candida che nuota nel cielo fluido
La pelle si imbeve di suono umido, gli occhi si tingono di vento,i pensieri si disperdono nel nulla come
frammenti di aria.
Con quale sottile piacere il mare si impossessa di me! Regalandomi l'illusione che sia io, a possedere
lui.
Chiudo gli occhi e mi lascio naufragare nella bellezza.
Resto fuori da ogni cosa, ora che sono dentro ogni cosa.
Non c'è più posto per le parole.
Oggi il mio cuore è il mare.
Aria
Vado a prenderti il mare
chiuso nel palmo delle mani
così che tu possa vedere
così che tu possa scoprire
così che tu possa leggere
nel mio cuore
.
E quando sarò andata, andata via,
il mio canto potrà forse restare
per poco, come l'onda nella scia
dopo che s'è perduta in alto mare.
Ci rivediamo a settembre.
Un sorriso a chi passa.