Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

sabato 18 dicembre 2010

.
.
.
.
.
Riflesso nello specchio
un corpo.
il volto segnato
dalla nostalgia.
sguardo opaco
affondato
in occhi bui.
labbra tremanti.
silenziose.

braccia chiuse.
nude.
le mani, vuote.
Seni piccoli,
duri,
tesi,
ansiosi.

La curva del ventre
nasconde una
voragine.
Ombre
colate a picco
su apparenze
arginate
tracimano all'interno
per non colpire
ignari bersagli.

Trattiene il respiro
per eludere i suoi occhi
sempre così
affilati
quando scava
se stessa.

 

Interroga la
luce
che il silenzio
inghiotte
dopo vaghe
risposte.
la tenebra l'avvolge
non la protegge
lei continua
a tagliarsi

incapace
di abbassare
lo sguardo

e di non vedersi.








Aria









17.1.2009 B.S.


sabato 11 dicembre 2010

Il cuore mio

.
.
.
.
.
(...)
Senza direzione come nube
vuol vagare
in mezzo al cielo:
così passano i giorni e le notti,
vanno senza fermarsi
in alcuna riva:
il vento accarezzi il corpo,
il chiar di luna cada ai piedi.
(...)
Il mio cuore è come una nube,
vuole vagare in mezzo al cielo.
Aperti gli occhi verso la terra
vuol sorridere come l'alba.
Il sorriso s'unisce alle nubi,
il sorriso vaga per aria
(...)
Il mio cuore s'innalza in cielo
vuole fiorire come l'aurora.














("Desiderio" Rabindranath Tagore)
(versione integrale QUI)
.
.
.







venerdì 3 dicembre 2010

il mio corpo

 eco

.
.
.
.
.
.
Non ho mai avuto il culto del mio corpo. E' pur vero che vivo intensamente il mio corpo. Attraverso esso. Ho bisogno di toccare, di sentire con le dita la tessitura di un oggetto, le pulsazioni di una pelle, la frescura del mare. Ho bisogno di camminare a piedi nudi, sentire le venature del legno, affondare le dita nella sabbia. Ho bisogno di guardare. Dio! Divoro il mondo con gli occhi. Se guardo un albero lontano cerco di sentire le foglie tra le dita, e sento l'odore della corteccia. E ho bisogno di ascoltare. Quanti pomeriggi d'estate passati ad ascoltare il canto delle cicale nel mio giardino. Non ho il culto del mio corpo. Non mi importa se è bello. Ma è la mia voce. E ho sempre creduto fosse mio. Di più, ho creduto che il mio corpo fossi io. Che io fossi i miei occhi. E il mio sorriso. E le mie mani. Quando il mio corpo si è ammalato sono rimasta allibita. Si è ammalato senza senza avvisarmi. Da sé. Si è lasciato aggredire senza dirmi nulla. Può uccidermi il mio corpo! Come può farmi una cosa simile? E all'improvviso il mio corpo non è più mio. E' un estraneo. Non posso far nulla. Non è come decidere di aprire gli occhi e aprirli. Non è come decidere di toccarsi i capelli e toccarseli. Non è come decidere di correre e correre. Non è più mio. E così rimango sola. Senza il mio corpo che m'ha tradita. E la paura invade ogni poro. E' la paura di non sapere. Non sapere cosa accade dentro di te. Se il tuo corpo è ancora con te o ha deciso di abbandonarti. E ti manca l'aria. E non riesci più a guardare. A toccare. A respirare. Finché non ti accorgi che così anche tu ti abbandoni. E allora faticosamente ricominci. apri gli occhi e guardi, ti tocchi i capelli, corri....fino a quando? Non lo so. Mi curo. Guarisco. Mi controllo. Non so ciò che sarà domani. Faccio pace col mio corpo. Non posso far altro. Accettare la paura, e considerarla parte di me. Ho due braccia, due gambe, la pelle bianca, i capelli ramati, e la paura. La lascio scorrere sotto pelle. E vivo. Com'è bella quella nuvola bucata da un raggio di sole! E ho amato...e il mio corpo è stato di nuovo mio. Come è bello l'odore dell'amore, e le carezze dell'amore, e gli sguardi dell'amore, e la voce dell'amore. Sentire l'amore che mi attraversava la pelle, e mi penetrava fin nelle viscere. ogni parte di me ne era inebriata.  E il corpo è stato di nuovo mio.


Aria



09/03/2009


Grazie, Ana Muela, i regali inaspettati sono i più belli.


Bruna Verdone
Grazie per questo dono, la condivisione è l'anima del mondo.






nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

altrove

Lettori fissi





Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

... .. . ..

. . . . .