Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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giovedì 26 maggio 2011

punto d'innamoramento maschile...

Conobbi Harriet Dietrich un anno dopo la morte di suo padre, l'estate del mio primo libro. Lei era tornata a casa da Berkeley, e lavorava come assistente nella biblioteca civica. Io firmai le due copie per la biblioteca e lei, stringendosele al petto, elogiò la mia opera, la nobiltà delle sue intenzioni, la freschezza dello stile, eccetera. Ero meglio di Faulkner, insisteva, meglio di Hemingway. Io mi trovai d'accordo e, in preda a un capogiro, me ne uscii dalla biblioteca, ormai intossicato. Che animo delizioso! E poi, così informata, così percettiva, provvista d'una idea complessiva della letteratura mondiale da togliere il fiato! Quattro ore più tardi, al cader della sera, ero davanti al portico di casa sua, ansioso di continuare quella conversazione tanto stimolante.
Siccome non ero stato invitato, lei fu sorpresa di vedermi: mi diede un sorridente benvenuto e aprì la porta su un piccolo salotto vittoriano con le poltrone rosse e un amorino. Mi spiegò in un sussurro che la madre era già andata a letto nella stanza a fianco. Diedi a vedere che la circostanza mi metteva a disagio, mi scusai e feci per tornare sui miei passi, ben sapendo che lei mi avrebbe fermato, cosa che fece prontamente, guidandomi nuovamente verso l'amorino, ove mi disposi ad ammirare quel suo nobile, sensuale, morbido posteriore, interrogandomi se avesse il pelo pubico biondo come le trecce che arrivavano alle spalle. La sua voce era delicata come la brezza della sera, e io immaginai quella sua bocca di ciliegia che mi mormorava "Scopami ti prego scopami, Henry!" La vidi incrociare e disincrociare le ginocchia dorate al di sotto della gonna corta, e sospirai al pensiero di essere immobilizzato tra di esse in una presa a forbice. A ogni respiro le si sollevava il seno e io mi baloccavo fantasticando di tirarle fuori le tette dal vestito in qualche maniera teatrale, come se stessi levando al cielo due coppe d'oro. Garantito che me la trivellavo: del resto, eravamo già quasi a contatto di pelle, ed era tutto un aggiustamento di posizioni. Non era amore, ma la voglia era anche meglio.

("La confraternita dell'uva" John Fante)































Ah gli uomini.....hai voglia a dire che vogliamo essere amate per la nostra intelligenza :))))))


lunedì 16 maggio 2011

so I said





If I am a little one, I can do no harm.
If I don't move about, I'll knock nothing over. So I said,
Sitting under a potlid, tiny and inert as a rice grain.



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Se sono piccina, non posso fare alcun male.
Se non mi muovo, non farò cadere niente. Così dissi,
seduta sotto il coperchio di una pentola, minima e inerte come
un chicco di riso.


[frammento di POEMETTO PER UN COMPLEANNO 4 novembre 1959 - Sylvia Plath]

sabato 7 maggio 2011

la più bella parola

Le parole sono buone. Le parole sono cattive. Sono armi e carezze. Ci sono parole dense, lunghe, brevi, colorate, musicali, stonate, assenti, allegre, ruvide, morbide, succose. Ci sono parole che hanno tanti significati, e significati che hanno tante parole. Le parole sono brutte. Le parole sono sono belle.  E poi c'è la più bella parola.
La mia parola è diventata più bella una notte buia e tempestosa che sembrava non sarebbe mai finita, ed invece puntualmente un nuovo giorno si è affacciato alla finestra e ha illuminato il senso di molte parole, Speranza, Cura, Guarigione, Fiducia, Ridere, Meraviglia, Possibile, Vita, Mare (vabbè, il mare lo ficco sempre dappertutto:),  eccetera,  eccetera. Ma la più bella di tutte è
(foto di Howard Schatz elaborata da me)

Domani  è una parola evocativa ed immaginifica, proietta il il tempo in un giorno che ancora non esiste  ma sta per essere vissuto, consumato, rinnovato. E' un progetto che si consolida e modifica istante dopo istante.
Domani  ha il profumo di una gemma pronta a schiudersi al primo bacio di un raggio di sole,
              ha il sapore di una promessa che reclama d'essere ripetuta,
              ha i colori della tavolozza di un pittore che sta per dipingere il mondo,
              ha la voce delle onde che si rincorrono si tuffano si modificano e tornano.
Domani è la forza di un salto audace nella speranza,
             è il fremito di un ricordo da disegnare nel cuore,
             è l'alba azzurrina che s'arrampica sui cornicioni di casa,
             è il sole che ammicca e si fa largo a gomitate tra le montagne appena la notte si addormenta...

e poi vuoi mettere rimandare a domani quello che puoi anche non fare oggi? :))





a proposito, se Domani comprassi l'azalea dell'AIRC, faresti una bella cosa :)
(clicca sull'immagine per trovare la  piazza)








(ps. e che nessuno se n'esca che domani scade la bolletta del gas, non m'imbrogliate! Domani è domenica:)


pubblicato su 
   

nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

altrove

Lettori fissi





Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

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