Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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martedì 20 dicembre 2011

comprendere

 La comprensione è un paniere nel quale si versano e dal quale si prendono parole gesti sguardi voci emozioni lacrime sorrisi urla e canti nel tentativo di sfamare il bisogno di non rimanere soli, di andare oltre l'incapacità di bastare a se stessi, di viaggiare nel mondo col mondo.
Capire entrare negli altri per comprendere se stessi, perdonarsi per accettare gli altri.
Ma nel momento in cui entriamo in relazione col mondo rimaniamo intrappolati dalle aspettative.
Ci aspettiamo dal capo il rispetto, dai genitori l'amore incondizionato, dai figli l'obbedienza, dal marito che lavi i piatti, dalla moglie che sia anche brava a letto, dagli amici fedeltà, dal vicino di casa che abbia sempre lo zucchero soprattutto la domenica quando noi l'abbiamo finito, dai dipendenti la puntualità, dall'amante la passione.
Le aspettative sono corazze di cui ci vestiamo strati su strati insieme ad altre armi di difesa per nascondere le nostre insufficienze, inadeguadezze, le nostre debolezze, i desideri legittimi e quelli illeciti, la nostra difficoltà di conoscere e le nostre incapacità.
Per comprendere l'altro è necessario spogliarsi di tutto ciò.
Spostare i veli.
Ascoltare.
Sentire.
E accettare che chi ci sta di fronte potrebbe disattendere quelle aspettative.
Perché a sua volta l'altro è corazzato.
Ma sopra a tutto è suscettibile di errori quanto noi.
È difettoso.
Ed è un altro.
Non è una proiezione delle nostre aspettative ma è una persona.
Con i suoi strati le sue parole i suoi gesti i suoi sguardi la sua voce le sue lacrime i suoi sorrisi.
È necessario spogliarsi.
Solo quando si è completamente nudi si è pronti a comprendere.

E, forse, ad essere compresi.
Forse.

Aria


M.M. 07/05/2008


Auguri perché tu riesca a comprendere. E amare. Ogni giorno.
Ci rivediamo l'anno prossimo.
Aria



[ps. il mio rapporto con la punteggiatura è molto intimo e personale, segue il ritmo dei miei pensieri, e spesso elude quello della grammatica. Abbiate pazienza]

martedì 13 dicembre 2011

caso

  

 
Ma non è invece giusto il contrario, che un avvenimento  è tanto più significativo e privilegiato quanti più casi fortuiti intervengono a determinarlo?
         Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla. Cerchiamo di leggervi dentro come gli zingari leggono le immagini formate dai fondi di caffè in una tazzina.
        (...) Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l'amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come gli uccelli sulle spalle di Francesco D'Assisi.

("L'insostenibile leggerezza dell'essere" Milan Kundera)
   


Le coincidenze sempre mi sorprendono, mi agitano, mi eccitano, mi fanno fermare a pensare. 
Il caso è  frutto del caos del mondo, una meteora sparata che mi colpisce senza mira?  

O è  piuttosto un  messaggio che l'universo lancia come un sassolino alla finestra della mia vita,

come un soffio nei capelli che mi fa voltare all'improvviso, 
come scoprire che la mia strada si è incrociata per un momento con un'altra.

Un pensiero si incrocia con un viso, 
un sogno si colora all'improvviso della tinta di un incontro,
parole si fondono dietro un ulivo,
desideri  si materializzano nella chimera di un altro.

La sincronicità delle coincidenze assume i toni della seduzione  nella mia anima fuori tempo,

in una vita perfettamente spalmata sulla normalità.

Aria

M.M. 16/12/2007

(Foto: Podborka)

mercoledì 7 dicembre 2011

sea


'The sea drove me away
& yelled "Go to your desire!"
- As I hurried up the valley
It added one last yell:-
               "And laugh!" '







<<  Il mare mi fece andare via
& gridò "Vai dal tuo desiderio!"
- Mentre correvo su per la valle
Aggiunse urlando un ultimo: -
"E ridi!"  >>

    




(minuscolo frammento da BIG SUR 'Sea' - Jack Kerouac)



















[è una cosa che mi piace fare, pubblicare piccoli frammenti di poesie, forse non è giusto, è come togliere un pezzo a qualcosa no? tipo una ruota ad un treno, una ciocca da una chioma, un calice dalla tovaglia.  però a me piace tanto, prendere un pezzettino e farlo brillare di luce propria, renderlo un'altra "cosa", che non ha bisogno di nulla perché sta bene così. poi ci abbino una bella immagine e diventa bello guardare un pensiero. (posso dire che è bello vero? non sono parole mie e l'immagine non è mia, quindi lo posso dire!).  Ma Kerouac ci ha pensato da sé, ha disseminato la sua opera di piccole poesie, brevi storie appena accennate, scritte con l’acquarello, dipinte con rapidi tocchi,  pops americani, di cui ho pubblicato una piccola raccolta su Ladri di Bellezza,  qui:  Haikerouac]







nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

altrove

Lettori fissi





Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

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