Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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sabato 26 febbraio 2011

Pioggia obliqua

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Che tamburelli il silenzio di questa stanza!...

Vi sono danze sensuali nel brillio fisso della luce...

All'improvviso tutto lo spazio si ferma...,

si ferma, scivola, si sbroglia...,

e in un angolo del soffitto, molto più lontano di dov'è,

aprono bianche mani finestre segrete

ed ecco mazzi di violette che cadono

poi che fuori c'è notte di primavera

sul mio stare ad occhi chiusi...











 (frammento di "Pioggia obliqua" Fernando Pessoa)
versione originale e integrale QUI)




 


























foto: franck

mercoledì 23 febbraio 2011

Nessuno si bagna due volte nello stesso fiume

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     Guardo ora il fiume che conosco così bene. Il colore delle acque, il modo in cui scivolano lungo le rive, i verdi zampilli, la piattaforma di limo dove hanno trovato dimora le rane, dove le libellule (dette anche cavalocchi) posano l'estremità delle piccole grinfie - questo fiume è qualcosa che mi scorre nel sangue, a cui sono legato da sempre e per sempre. In esso ha navigato, ho imparato a nuotare, ne conosco il fondale e le tane dove i barbi si librano immobili. E più che un fiume, forse è un segreto.
     E, tuttavia, queste acque già non sono più le mie acque. Il tempo vi fluisce, le trascina ed è trascinato nella corrente liquida, lentamente, alla velocità (qui, sulla terra) di sessanta secondi al minuto. Quanti minuti sono già passati da quando mi sono sdraiato sulla riva, sul fieno secco e dorato? Quanti metri è avanzato quel tronco marcio che galleggia? La campana suona ancora, un brivido ha scosso ora la sera, dove sono gli aironi? Lentamente mi alzo, scuoto i fili di paglia dal vestito. Mi infilo le scarpe. Prendo un sasso, un sasso rotondo e compatto, lo lancio in aria, in un gesto del passato. Cade in mezzo al fiume, s'immerge (non lo vedo, ma lo so), attraversa le acque opache, si posa nel fango del fondo, s'interra un po'. Ha cambiato posto, forse l'inverno lo trascinerà più lontano o lo restituirà alla riva da cui l'ho preso. O forse resterà lì per sempre. 
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     Scendo fino all'acqua, vi immergo le mani e non le riconosco. Mi vengono alla memoria altre mani immerse in un altro fiume. Le mie mani di trent'anni fa, il fiume antico di acque che si sono ormai perse nel mare. Vedo passar il tempo. Ha il colore dell'acqua ed è carico di detriti, di petali strappati da fiori, di un rintocco lento di campane. Intanto, come un lampo passa un uccello color del fuoco. La campana tace. E io scuoto le mani bagnate di tempo, alzandole fino agli occhi - le mie mani di oggi con cui afferro la vita e la verità di quest'ora.

[José Saramago -  "Nessuno si bagna due volte nello stesso fiume" / Di questo mondo e degli altri ]






mercoledì 16 febbraio 2011

nell'attimo

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Spiragli di tempo illuminano l'oscurità
bolle d'ombra graffiano la memoria
scie di lontananze bucano la notte.
Evapora il silenzio negli intervalli di luce.

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Ho provato
a fermare
il cielo
ma
non ho mani
per afferrarti
le dita
impigliate
nell’attimo
in cui
le hai baciate
:
e
il sogno
rinasce
tra i tuoi
silenzi
e il mio
sentire



Aria

doni

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E
sia
il
nostro
silenzio
a
colpirci
con
un
bacio

Nel
suono
del
mare








(Carmelo Bene)










mercoledì 9 febbraio 2011

azzurro liquido

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L'armadio pieno di sorrisi appesi, e cassetti colmi di ricci rosso rame, ripiani carichi di labbra scarlatte,
un sacchetto di carezze da mangiare come liquirizie colorate, e un cielo sazio di nuvole incrostate di sole.
Ho occhi saturi di onde gigantesche,
e collane di profumi d'erba e di mare in tempesta,
lentiggini che si inseguono sulla pelle.
Tanta vita da indossare.
E niente che mi riempia.
Di azzurro liquido.*
Così.
Continuo ad abbracciare il mio vuoto.



Aria

















eco del 17.11.2008 B.S.







* azzurro liquido: non confondere con liquidi azzurri come il  cherosene o il  Curaçao, non è di questi che vorrei riempirmi....no no!  azzurro liquido è lo sguardo languido di un uomo innamorato, dagli occhi cerulei ovviamente, altrimenti avrei detto marrone liquido, o verde liquido, o nero liquido. :)





  


"El vacío" un dono di Ana Muela Sopeña

venerdì 4 febbraio 2011

Las estrellas

Las estrellas son copas sobre un mantel.
Alguisen que tira del mantel del cielo y las estrellas se quedan.

Respira ahora,
aspira el hondo perfume de las estrellas.

Le stelle sono dei calici su una tovaglia.
Qualcuno tira la tovaglia del cielo e i calici rimangono.

respira adesso,
aspira il profondo profumo delle stelle.












[frammento tratto da "Quaderno del suggeritore" Juan Andrés García Román, vincitore del premio Ciampi Valigie Rosse]







 











 




nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

altrove

Lettori fissi





Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

... .. . ..

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