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Guardo ora il fiume che conosco così bene. Il colore delle acque, il modo in cui scivolano lungo le rive, i verdi zampilli, la piattaforma di limo dove hanno trovato dimora le rane, dove le libellule (dette anche cavalocchi) posano l'estremità delle piccole grinfie - questo fiume è qualcosa che mi scorre nel sangue, a cui sono legato da sempre e per sempre. In esso ha navigato, ho imparato a nuotare, ne conosco il fondale e le tane dove i barbi si librano immobili. E più che un fiume, forse è un segreto.
E, tuttavia, queste acque già non sono più le mie acque. Il tempo vi fluisce, le trascina ed è trascinato nella corrente liquida, lentamente, alla velocità (qui, sulla terra) di sessanta secondi al minuto. Quanti minuti sono già passati da quando mi sono sdraiato sulla riva, sul fieno secco e dorato? Quanti metri è avanzato quel tronco marcio che galleggia? La campana suona ancora, un brivido ha scosso ora la sera, dove sono gli aironi? Lentamente mi alzo, scuoto i fili di paglia dal vestito. Mi infilo le scarpe. Prendo un sasso, un sasso rotondo e compatto, lo lancio in aria, in un gesto del passato. Cade in mezzo al fiume, s'immerge (non lo vedo, ma lo so), attraversa le acque opache, si posa nel fango del fondo, s'interra un po'. Ha cambiato posto, forse l'inverno lo trascinerà più lontano o lo restituirà alla riva da cui l'ho preso. O forse resterà lì per sempre.
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Scendo fino all'acqua, vi immergo le mani e non le riconosco. Mi vengono alla memoria altre mani immerse in un altro fiume. Le mie mani di trent'anni fa, il fiume antico di acque che si sono ormai perse nel mare. Vedo passar il tempo. Ha il colore dell'acqua ed è carico di detriti, di petali strappati da fiori, di un rintocco lento di campane. Intanto, come un lampo passa un uccello color del fuoco. La campana tace. E io scuoto le mani bagnate di tempo, alzandole fino agli occhi - le mie mani di oggi con cui afferro la vita e la verità di quest'ora.
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Scendo fino all'acqua, vi immergo le mani e non le riconosco. Mi vengono alla memoria altre mani immerse in un altro fiume. Le mie mani di trent'anni fa, il fiume antico di acque che si sono ormai perse nel mare. Vedo passar il tempo. Ha il colore dell'acqua ed è carico di detriti, di petali strappati da fiori, di un rintocco lento di campane. Intanto, come un lampo passa un uccello color del fuoco. La campana tace. E io scuoto le mani bagnate di tempo, alzandole fino agli occhi - le mie mani di oggi con cui afferro la vita e la verità di quest'ora.
[José Saramago - "Nessuno si bagna due volte nello stesso fiume" / Di questo mondo e degli altri ]
foto: Angela Bacon-Kidwell
si, sono mani bagnate, mai aride ... bagnate di un'acqua speciale, liquido amniotico vitale, brodo primordiale, che rigenera sempre da una sorgente intima e profonda, il tuo amore ... scoperta sempre nuova e intatta rinvenuta dalle rovine del tempo
RispondiEliminaLeggendo è trascorso un minuto, ma ne valeva la pena -:)
RispondiEliminaun abbraccio tesora bella...
RispondiEliminasai che leggendo questo pezzo di José Saramago, che non conoscevo, si è mossa, dentro nel profondo la stessa emozione che mi regala il mio torrente, quello che fa parte delle mie riflessione da quando ero bambina. grazie.
RispondiEliminaAbbraccio
Bello, c'è anche un detto africano a proposito del fiume. Ci avevo fatto un post tempo fa...bacio stellabella...-))*
RispondiEliminaLe mani, il tempo, l'acqua in un concerto di emozioni rammentano la mia vita...
RispondiEliminaBellissimo!!!Complimenti!!!!
RispondiElimina"πάντα ῥεῖ ὡς ποταμός" Eraclito
RispondiEliminaTutto scorre come un fiume.
Un anno fà, di ritorno da barcelona per le vacanze di natale, ho iniziato a parlare con una ragazza seduta al mio fianco in aereo. Le ho chiesto consiglio su un libro da leggere dato che ero abbastanza a corto di idee e quella ragazza era bellissima. Mi ha consigliato il mio libro preferito, e questo non ha fatto altro che renderla ancora più bella e poi mi ha consigliato cecità di saramago. Ho scoperto un genio della scrittura, della parola, un filosofo. Ora sto leggendo il viagio dell'elefante e continuo a credere sia un uno dei migliori.
Un bacio
Quando i secondi sono troppo veloci e i minuti troppo lenti non bisogna preoccuparsi. E' normale.
RispondiEliminaFuori sincrono, a volte, è divertente.
leggendo questo brano mi sono emozionata...grazie :)
RispondiElimina@ Angelo
RispondiElimina……solo tu ci riesci….
@Guglielmo
Ahahaha! In effetti, i miei post di regola sono più brevi (credo che l’immediatezza sia fondamentale, in questo luogo, buio perdipiù!), però hai ragione, vale la pena!
@Yuki
Ti abbraccio forte, tesoro!
@Mat grazie a te tesoro, mia fonte di ispirazione :)
(aspetto quel pezzo di cui abbiamo parlato stamattina…o lo pubblichi o me lo mandi!)
@BelladonnaDiProfilo
Anche Borges ha scritto del fiume che passa e resta, QUI, ma salta le mie parole e vai direttamente al frammento accanto all’immagine…e se proprio vuoi approfondire (secondo me vale la pena), nel post c’è il link per accedere direttamente alla versione inteegrale.
E comunque gli africani sono grandi saggi :)
bacio bellaDonna!
@Mark
E anche la mia, anche la mia…anche se l’acqua di cui sono fatta è quella del mare…
@Laura
Sono d’accordo cara! È un frammento molto bello!
@ilMaltese
come dice ancora Borges
“E’ anche come il fiume senza fine
che passa e resta; è specchio di uno stesso
Eraclito incostante, uno e diverso
sempre, come il fiume senza fine.”
Io amo incondizionatamente Saramago, e amo tutti i suoi libri, ne ho letti molti ma conto di arrivare a tutti :) . Cecità è un capolavoro, ma ti assicuro che non rimarrai deluso da nessun altro dei suoi…nel momento in cui ti innamori del suo modo di scrivere incalzante, del suo modo di descrivere una realtà in un modo totalmente diverso da tutti, rivoltandola e mostrandone gli errori e le certezze, gli inganni e i disinganni, la faccia volutamente nascosta delle cose, quanto ti sei completamente immerso nella profondità delle parole aul punto che il pensiero si allarga come un sasso lanciato nel mare, non hai più scampo!
Ti consiglio di leggere, poi, Memoriale del convento, meraviglioso (se vuoi qualche anticipazione ho pubblicato alcuni frammenti QUI, e “l’uomo duplicato” un romanzo folle, e poi ce ne sono tanti…tutti belli, “Il vangelo secondo Gesù Cristo” mi ha dato una chiave di lettura umana di Cristo (sebbene sia assolutamente dissacratorio), e poi Caino, il suo ultimo libro. E poi ne riparliamo :)
E la pianto sennò non la smetto più!
@Lorenzo
Io sono asincrona, e pure asimmetrica, atipica, ariccia, arossa e asintomatica…sto a posto :) ) )
@LaSoprammobile
Anch’io! E così l’ho pubblicato :)
Grazie a te!
ps per ilMaltese
RispondiEliminami hai fatto venire voglia di pubblicare su wordpress qualche frammento di Cecità, l'avevo già fatto in un blog precedente... me li riporto qui, :) grazie!
Le mie mani di oggi sono infinitamente più interessanti di quelle di trent'anni fa... hanno storia, sentono meglio. Sanno indicare e rassicurare. Diverse.
RispondiEliminaVieniVia
Le mie mani hanno ancora tanto da imparare. Ti abbraccio tesoro.
RispondiElimina@ VVA
RispondiEliminaProprio così. In verità spesso siamo legati al passato, ci assalgono i rimpianti per ciò che è stato, vorremmo tornare indietro, desideriamo sentire gli stessi odori, gli stessi sapori di quando eravamo felici...invece nuovi profumi ci attendono. E le nostre mani, memori di ciò che hanno toccato, imparano ad ascoltare.
sanno indicare?? da quale parte devo andare per la città dei Balocchi, mi scusi :))))
@ Sogno
Proprio così, con maggiore consapevolezza impareranno ancora e ancora. ti abbraccio con le mani e con le braccia tesoro :)
ma come ha fatto il maltese a scrivere in greco. Bellissimo! quello mi ha emozionata più del Saramago. Rivedere quelle lettere greche dopo tanti tanti anni....:*
RispondiEliminaLa vida es como el río que nos lleva sin remedio hacia un final seguro. Me ha gustado mucho el detalle de la piedra, porque en la vida pueden quedar cosas nuestras una vez que nos hemos ido, bien enterradas o arrastradas o bien que vuelvan a la orilla y otras manos disfruten de aquella "piedra" que con cariño realizamos y dejamos en nuestro viaje. un abrazo.
RispondiElimina@Scheggiata
RispondiEliminae non lo so! avrà una tastiera antica :)
:*
@Leovi
l'attenzione sulla pietra, che qui ha un senso, e cioè che anche un sasso (canonicamente pesante, come un sasso appunto:) cambia posto a seconda delle correnti e del tempo, mi ricorda un altro stralcio, di Arthur Golden
"Conduciamo la nostra esistenza come acqua che scende lungo una collina, andando più o meno in un'unica direzione finché non urtiamo contro qualcosa che ci costringe a trovare un nuovo corso". Insomma cambia la pietra, e cambia l'acqua.
Un abbraccio Leovi. e un sorriso :)
Sto pensando.Se siano più le cose che raccontano di aver perduto o trovato..
RispondiEliminacredo che raccontino.
RispondiElimina(ciao chetùdolce:)
Mi piace l'idea di avere una tastiera antica e qualche ricordo degli anni passati (non molti a dire la verità)da quando imprecavo contro il Rocci che non sembrava mai darmi una mano.
RispondiEliminaBuona giornata
anche mio figlio impreca contro il rocci, tanto che lo tratta malissimo e una volta l'ha dimenticato su una panchina della stazione dei pulmann... pensa che non l'ha rubato nessuno, l'abbiamo ritrovato dopo un'ora, impettito, lì, sulla panchina, tutto blu, intonso e tranquillo!
RispondiEliminabuona giornata a te, anche se non è la stessa...riesco a collegarmi così poco.