Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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martedì 20 dicembre 2011

comprendere

 La comprensione è un paniere nel quale si versano e dal quale si prendono parole gesti sguardi voci emozioni lacrime sorrisi urla e canti nel tentativo di sfamare il bisogno di non rimanere soli, di andare oltre l'incapacità di bastare a se stessi, di viaggiare nel mondo col mondo.
Capire entrare negli altri per comprendere se stessi, perdonarsi per accettare gli altri.
Ma nel momento in cui entriamo in relazione col mondo rimaniamo intrappolati dalle aspettative.
Ci aspettiamo dal capo il rispetto, dai genitori l'amore incondizionato, dai figli l'obbedienza, dal marito che lavi i piatti, dalla moglie che sia anche brava a letto, dagli amici fedeltà, dal vicino di casa che abbia sempre lo zucchero soprattutto la domenica quando noi l'abbiamo finito, dai dipendenti la puntualità, dall'amante la passione.
Le aspettative sono corazze di cui ci vestiamo strati su strati insieme ad altre armi di difesa per nascondere le nostre insufficienze, inadeguadezze, le nostre debolezze, i desideri legittimi e quelli illeciti, la nostra difficoltà di conoscere e le nostre incapacità.
Per comprendere l'altro è necessario spogliarsi di tutto ciò.
Spostare i veli.
Ascoltare.
Sentire.
E accettare che chi ci sta di fronte potrebbe disattendere quelle aspettative.
Perché a sua volta l'altro è corazzato.
Ma sopra a tutto è suscettibile di errori quanto noi.
È difettoso.
Ed è un altro.
Non è una proiezione delle nostre aspettative ma è una persona.
Con i suoi strati le sue parole i suoi gesti i suoi sguardi la sua voce le sue lacrime i suoi sorrisi.
È necessario spogliarsi.
Solo quando si è completamente nudi si è pronti a comprendere.

E, forse, ad essere compresi.
Forse.

Aria


M.M. 07/05/2008


Auguri perché tu riesca a comprendere. E amare. Ogni giorno.
Ci rivediamo l'anno prossimo.
Aria



[ps. il mio rapporto con la punteggiatura è molto intimo e personale, segue il ritmo dei miei pensieri, e spesso elude quello della grammatica. Abbiate pazienza]

martedì 13 dicembre 2011

caso

  

 
Ma non è invece giusto il contrario, che un avvenimento  è tanto più significativo e privilegiato quanti più casi fortuiti intervengono a determinarlo?
         Soltanto il caso può apparirci come un messaggio. Ciò che avviene per necessità, ciò che è atteso, che si ripete ogni giorno, tutto ciò è muto. Soltanto il caso ci parla. Cerchiamo di leggervi dentro come gli zingari leggono le immagini formate dai fondi di caffè in una tazzina.
        (...) Non certo la necessità, bensì il caso è pieno di magia. Se l'amore deve essere indimenticabile, fin dal primo istante devono posarsi su di esso le coincidenze, come gli uccelli sulle spalle di Francesco D'Assisi.

("L'insostenibile leggerezza dell'essere" Milan Kundera)
   


Le coincidenze sempre mi sorprendono, mi agitano, mi eccitano, mi fanno fermare a pensare. 
Il caso è  frutto del caos del mondo, una meteora sparata che mi colpisce senza mira?  

O è  piuttosto un  messaggio che l'universo lancia come un sassolino alla finestra della mia vita,

come un soffio nei capelli che mi fa voltare all'improvviso, 
come scoprire che la mia strada si è incrociata per un momento con un'altra.

Un pensiero si incrocia con un viso, 
un sogno si colora all'improvviso della tinta di un incontro,
parole si fondono dietro un ulivo,
desideri  si materializzano nella chimera di un altro.

La sincronicità delle coincidenze assume i toni della seduzione  nella mia anima fuori tempo,

in una vita perfettamente spalmata sulla normalità.

Aria

M.M. 16/12/2007

(Foto: Podborka)

mercoledì 7 dicembre 2011

sea


'The sea drove me away
& yelled "Go to your desire!"
- As I hurried up the valley
It added one last yell:-
               "And laugh!" '







<<  Il mare mi fece andare via
& gridò "Vai dal tuo desiderio!"
- Mentre correvo su per la valle
Aggiunse urlando un ultimo: -
"E ridi!"  >>

    




(minuscolo frammento da BIG SUR 'Sea' - Jack Kerouac)



















[è una cosa che mi piace fare, pubblicare piccoli frammenti di poesie, forse non è giusto, è come togliere un pezzo a qualcosa no? tipo una ruota ad un treno, una ciocca da una chioma, un calice dalla tovaglia.  però a me piace tanto, prendere un pezzettino e farlo brillare di luce propria, renderlo un'altra "cosa", che non ha bisogno di nulla perché sta bene così. poi ci abbino una bella immagine e diventa bello guardare un pensiero. (posso dire che è bello vero? non sono parole mie e l'immagine non è mia, quindi lo posso dire!).  Ma Kerouac ci ha pensato da sé, ha disseminato la sua opera di piccole poesie, brevi storie appena accennate, scritte con l’acquarello, dipinte con rapidi tocchi,  pops americani, di cui ho pubblicato una piccola raccolta su Ladri di Bellezza,  qui:  Haikerouac]







venerdì 18 novembre 2011

dietro le mie mani

.
.
..                                                                                                      

Vorrei  fuggire via

 
da me

   ma ovunque andassi

                          io ci sarei

       dietro le mie  mani

davanti ai miei occhi

       dentro le mie lacrime

               

                     non esiste un luogo

                dove io non ci sia







Aria





















M.M. 26/07/2007



[è un vecchio pensiero, ma potrei averlo scritto oggi.]


Foto:Ilya-LiS




 

sabato 5 novembre 2011

lento incanto

.
.

.

.
Dì, come mi spiegherai
la gioia di questa sera,
se non sappiamo perché
fu, né come, né di cosa
è stata,
se è pura gioia di nulla?

Così distaccatamente
come io ti stavo e mi stavi
guardando, più che guardarti,
i miei sguardi ti sognavano,
e mi sognavano i tuoi.

Vagavano senza meta,
né goffaggine, carezze!
Lunghi piaceri avviati,
carezze non terminate,
come non sapendo ancora
in quale punto dei corpi
finisce l’accarezzare,
e avremmo preso a cercarlo,
in lento incanto, senza ansia.
Le mani, quel che facevano
in noi non era toccare,
quanto uno scoprire; il tatto
inventava i nostri corpi,
là in piena luce, così
chiari come in piena tenebra,
dove esso soltanto può
vedere i corpi,
con le palme appassionate.
Di questi nulla si è andata
costruendo, indistruttibile,
la nostra gioia, l’amore,
quella sera.
So per questo che sebbene
non fosse nulla, stanotte,
tu poggi come una guancia
su quel biancore di piume
- cuscino che è stato ali -,
il tuo essere, il tuo ricordo,
tutto, e tutto ti riposa,
su una sera di noi,
e che è nulla, nulla, nulla.






(“Dì, come mi spiegherai “ RAGIONI D’AMORE - Pedro Salinas )
versione integrale e originale su Ladri di Bellezza


immagine: Pablo Picasso, "The Lovers (Picasso e Fernande) 1904




mercoledì 19 ottobre 2011

d'autunno

piccolo pensiero


ottobre malinconico
profumato di erba bagnata
l'enfasi dei colori assopisce nell'oro
la nebbia promette musiche d'ombra flessuose
il vento inveisce contro il languore affamato dell'aria

Lo
sguardo
cattura
il
cielo
rosso
caduto
in
grembo
all'ultima
foglia.




Aria






 

lunedì 10 ottobre 2011

sospesi











This is the first thing
I have understood:
Time is the echo of an axe
Within a wood.
.
Philip Larkin
XXVI, in Collected Poems





















Fissi lo sguardo

in attesa che qualcosa accada

e i tuoi fiori rimangono sospesi








foto di Rooze

domenica 12 giugno 2011

Mare, portami lungi!



Il mare intero sale e scende, in uno sperpero di forza, di grazia e d'armonia. Le onde provano tutta la loro gamma, in una finzione magica. Galoppano come puledri, s'aprono come arbusti, s'alzano come montagne, si estendono come valli, e ridono e piangono, parlano diffusamente e tacciono di colpo, e vivono del cielo e lo negano, si vestono di broccati e di sete e si spogliano tutte.
La suggestione dell'acqua resa umana è evidente. In tal modo chiama la sua occulta bellezza, che, col solo dire alla nostra anima: "vieni con  me", se la porta via. E il corpo allora, persuasivo, trascina l'anima stordita, con un grande sforzo delicatissimo, dalla murata alla cabina.

["Diario di poeta e mare" Juan Ramón Jiménez]



il mistero è nelle onde.
Mai uguali a se stesse.
Un incessante susseguirsi di valli e cime bianche.
Pinnacoli che tuffano in profondità,
praterie azzzurre che si interrompono ai piedi di colline spumeggianti.
Correnti che sono il vento del mare.
Venti che sono la corrente del cielo.
E le onde che seguono ora le une ora gli altri senza premeditazione.
Misteriosamente.
Scie di sogni che tuffano nei flutti, pare si perdano, forse si mischiano...e tornano.
Naufraghe di un'anima che non smette di cercare nei colori della burrasca.

Aria
eco del 10/02/2009 M.M.




Mare! Anche a te io mi affido – capisco ciò che vuoi dirmi,
Scorgo da riva le curve tue dita che invitano,
E credo che allontanarti non vuoi prima d’avermi toccato,
Dobbiamo fare un giro insieme, mi spoglio, portami lungi, che non veda più terra,
Cullami sui molli tuoi cuscini, cullami in ondoso assopimento,
Schizzami di sprilli amorosi, ché io ben saprò ripagarti.

(Frammento di “Il canto di me stesso” n. 22, in FOGLIE D’ERBA, Walt Whitman. versione integrale e originale qui)





Ed io vado a sentire che ha da dirmi il mare, il blog riapre a settembre.
E, tra un'ondoso assopimento, un giro e uno sprillo, tornerò a salutare i miei amici come possibile.
Per ora, lascio un sorriso a chi passa ed un abbraccio agli amici.
Aria




Le tre foto in alto sono di David Orias
La foto in basso è di Elena Kalis

giovedì 2 giugno 2011

chiardiluna

Sappiamo già che di questi due si amano le anime, i corpi e le volontà, però mentre sono coricati assistono le volontà e le anime al piacere dei corpi, o forse vi si attaccano di più per prender parte al piacere, è difficile sapere che parte ci sia in ogni parte, se ci sta perdendo o guadagnando l'anima quando Blimunda alza le gonne e Baltasar slaccia le braghe, se ci sta guadagnando o perdendo la volontà quando entrambi sospirano e gemono, se il corpo è vincitore o vinto quando Baltasar riposa in Blimunda e lei fa riposare lui, riposandosi entrambi. Questo è il miglior odore del mondo, quello della paglia smossa, dei corpi sotto la coperta, l'odore del freddo che entra attraverso le fessure de pagliaio, forse l'odore della luna, tutti sanno che la notte ha un altro odore con il chiardiluna, (...)

("Memoriale del convento", José Saramago)




.

Mi mescolo a te
ancora
Tu ti trasformi in onda
ed io nel rumore che fai
io divento umida terra
e tu l’acqua che mi disseta
in questa notte
profumata di luna
tu sei la pelle del mio corpo nudo
ed io le labbra dei tuoi baci

 Aria




immagine: Egon Schiele "Abbraccio amanti II"  1917
ma ho rubato la luna a Chagall, qui



   

giovedì 26 maggio 2011

punto d'innamoramento maschile...

Conobbi Harriet Dietrich un anno dopo la morte di suo padre, l'estate del mio primo libro. Lei era tornata a casa da Berkeley, e lavorava come assistente nella biblioteca civica. Io firmai le due copie per la biblioteca e lei, stringendosele al petto, elogiò la mia opera, la nobiltà delle sue intenzioni, la freschezza dello stile, eccetera. Ero meglio di Faulkner, insisteva, meglio di Hemingway. Io mi trovai d'accordo e, in preda a un capogiro, me ne uscii dalla biblioteca, ormai intossicato. Che animo delizioso! E poi, così informata, così percettiva, provvista d'una idea complessiva della letteratura mondiale da togliere il fiato! Quattro ore più tardi, al cader della sera, ero davanti al portico di casa sua, ansioso di continuare quella conversazione tanto stimolante.
Siccome non ero stato invitato, lei fu sorpresa di vedermi: mi diede un sorridente benvenuto e aprì la porta su un piccolo salotto vittoriano con le poltrone rosse e un amorino. Mi spiegò in un sussurro che la madre era già andata a letto nella stanza a fianco. Diedi a vedere che la circostanza mi metteva a disagio, mi scusai e feci per tornare sui miei passi, ben sapendo che lei mi avrebbe fermato, cosa che fece prontamente, guidandomi nuovamente verso l'amorino, ove mi disposi ad ammirare quel suo nobile, sensuale, morbido posteriore, interrogandomi se avesse il pelo pubico biondo come le trecce che arrivavano alle spalle. La sua voce era delicata come la brezza della sera, e io immaginai quella sua bocca di ciliegia che mi mormorava "Scopami ti prego scopami, Henry!" La vidi incrociare e disincrociare le ginocchia dorate al di sotto della gonna corta, e sospirai al pensiero di essere immobilizzato tra di esse in una presa a forbice. A ogni respiro le si sollevava il seno e io mi baloccavo fantasticando di tirarle fuori le tette dal vestito in qualche maniera teatrale, come se stessi levando al cielo due coppe d'oro. Garantito che me la trivellavo: del resto, eravamo già quasi a contatto di pelle, ed era tutto un aggiustamento di posizioni. Non era amore, ma la voglia era anche meglio.

("La confraternita dell'uva" John Fante)































Ah gli uomini.....hai voglia a dire che vogliamo essere amate per la nostra intelligenza :))))))


lunedì 16 maggio 2011

so I said





If I am a little one, I can do no harm.
If I don't move about, I'll knock nothing over. So I said,
Sitting under a potlid, tiny and inert as a rice grain.



.

.


.


.

.


.


.


.

.

.
Se sono piccina, non posso fare alcun male.
Se non mi muovo, non farò cadere niente. Così dissi,
seduta sotto il coperchio di una pentola, minima e inerte come
un chicco di riso.


[frammento di POEMETTO PER UN COMPLEANNO 4 novembre 1959 - Sylvia Plath]

sabato 7 maggio 2011

la più bella parola

Le parole sono buone. Le parole sono cattive. Sono armi e carezze. Ci sono parole dense, lunghe, brevi, colorate, musicali, stonate, assenti, allegre, ruvide, morbide, succose. Ci sono parole che hanno tanti significati, e significati che hanno tante parole. Le parole sono brutte. Le parole sono sono belle.  E poi c'è la più bella parola.
La mia parola è diventata più bella una notte buia e tempestosa che sembrava non sarebbe mai finita, ed invece puntualmente un nuovo giorno si è affacciato alla finestra e ha illuminato il senso di molte parole, Speranza, Cura, Guarigione, Fiducia, Ridere, Meraviglia, Possibile, Vita, Mare (vabbè, il mare lo ficco sempre dappertutto:),  eccetera,  eccetera. Ma la più bella di tutte è
(foto di Howard Schatz elaborata da me)

Domani  è una parola evocativa ed immaginifica, proietta il il tempo in un giorno che ancora non esiste  ma sta per essere vissuto, consumato, rinnovato. E' un progetto che si consolida e modifica istante dopo istante.
Domani  ha il profumo di una gemma pronta a schiudersi al primo bacio di un raggio di sole,
              ha il sapore di una promessa che reclama d'essere ripetuta,
              ha i colori della tavolozza di un pittore che sta per dipingere il mondo,
              ha la voce delle onde che si rincorrono si tuffano si modificano e tornano.
Domani è la forza di un salto audace nella speranza,
             è il fremito di un ricordo da disegnare nel cuore,
             è l'alba azzurrina che s'arrampica sui cornicioni di casa,
             è il sole che ammicca e si fa largo a gomitate tra le montagne appena la notte si addormenta...

e poi vuoi mettere rimandare a domani quello che puoi anche non fare oggi? :))





a proposito, se Domani comprassi l'azalea dell'AIRC, faresti una bella cosa :)
(clicca sull'immagine per trovare la  piazza)








(ps. e che nessuno se n'esca che domani scade la bolletta del gas, non m'imbrogliate! Domani è domenica:)


pubblicato su 
   

mercoledì 27 aprile 2011

...

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...un sospiro bloccato nel ricordo di ciò che è stato...

...le mani che non sanno liberarsi in un gesto d'addio...

...un sogno che rifiuta di realizzare che è solo un sogno...



Aria






















 



 

21.12.2008 B.S.




martedì 19 aprile 2011

ho rubato...

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....il primo giorno di primavera, in un turbine di vento fresco, colore nuovo, odore recente, canzone tenera. Il mondo si è fatto piccolo, per ricominciare a crescere. Nient'altro. (Juan Ramón Jiménez)

...i colori di una tela,  blu, verde-violetto, verde e bianco, bianco, verde e bianco-rosa, come li aveva descritti Van Gogh in una lettera a suo fratello Theo spiegando che "il Mediterraneo ha lo stesso colore degli sgombri, vale a dire mutevole, non sempre si sa bene se è verde o violetto, non sempre si sa se c'è del bleu, perché a secondo del riflesso mutevole prende una tinta rosa o grigia". E in effetti, ogni volta che lo sguardo si spostava da un'onda alla spuma, dal cielo al mare, perdevo i colori e ne trovavo altri,  il verde diventava blu, allora ho provato a sfiorare l'azzurro ma si è stemperato nelle mani ed è fuggito impaziente di tuffarsi negli abissi per tornare su carico di nuove tonalità! E mentre i colori giocavano con me, lo sguardo si è soffermato sulle barche verdi, rosse, blu, così graziose che facevano pensare ai fiori. "Ci sta solo un uomo su queste barche, e non si riesce a pensarle in alto mare. Se la filano quando non c'è vento e tornano a terra se ce n'è un po' troppo".

...un ricordo perduto, sono discesa nella mia memoria e dalle vertigini di quell'abisso che pareva senza fondo, ho liberato quel ricordo, l'ho spogliato di ogni inutilità, di parole eccessive, di significati allargati, e l'ho affidato alla notte. Mentre lo seguivo nelle strade, nelle gocce, nel riflesso della luna, brillava come una moneta sotto la pioggia, probabilmente perché non lo avevo mai guardato se non, forse, in un sogno.

...l'orizzonte, quella linea che perde il confine, dove il cielo diventa mare e il mare cielo, acqua fusa d' un colore indefinibile d'azzurroverdeargento. Ne ho visti tanti, orizzonti, ma nessuno è come quello sul mio mare, una linea che incorpora lo sguardo. Quella mattina la tramontana aveva spazzato via ogni traccia di foschia, e nell'aria tersa e trasparente si disegnavano le montagne dell'Albania, ancora piene di neve, e sembrava una magia, che fossero comparse laggiù, dove c'è sempre il mare! Sapere che quelle montagne ci sono, anche quando non si riescono a vedere, è un invito a guardare oltre. C'è sempre un oltre, dopo l'orizzonte.

         


 




Bellezza è allungare le mani nell'anima del mondo e raccogliere stupore.

Bellezza è stupore


Aria
















Confesso,
sono una ladra di bellezza.



http://ladridibellezza.blogspot.com/

mercoledì 13 aprile 2011

Barattopoli

[premessa:  Non riesco proprio ad esserci in questi giorni, ogni tanto entro qui e mi accorgo di qualche ragnatela. Così ho pensato di pubblicare un vecchio post, un po' matto, e anche un po' lungo (un po' lungo non si può sentire!), per non farvi annoiare o farvi sentire troppo la mia mancanza :). Potrete leggerlo a puntate, abbandonarlo dopo le prime 5 righe (ho idea sarà l'opzione più gettonata) o non leggerlo affatto ovviamente! Quando tornerò, chi dimostrerà di averlo letto tutto avrà, in cambio, un piccolo premio.....(!?!) A presto! Aria ].


.
.
Ma dai veramente andate a comprarle le cose voi??? Che inutile spreco di tempo e danaro. Noi qui siamo molto più pratici e le cose ce le scambiamo. Ad esempio ieri  io avevo bisogno di un pollo per preparare un gustoso secondo. Allora sono andata dalla mia vicina di casa che ha un pollaio e le ho chiesto cosa voleva in cambio per darmene uno. Lei mi ha detto ti do un pollo per due litri d´olio. Allora sono andata da un amico che ha un frantoio e gli ho chiesto due litri d´olio. Il mio amico mi ha proposto un baratto, due litri d´olio per un sacco di farina e del lievito di birra. Mio zio ha un mulino. Per la farina e il lievito ha voluto in cambio un chilo di mele, mezzo chilo di pomodori, quattro zucchine, tre cipolle e un po´ d´aglio. Per fortuna mio cugino ha un bel terreno coltivato, gli ho detto cosa mi serviva e lui mi ha proposto uno scambio. Tutta quella roba in cambio di pulitura a secco di due giacche e due pantaloni. Ho dunque preso giacche e pantaloni e sono andata da mia zia che ha una lavanderia. Il caso ha voluto che la lavanderia fosse chiusa. Nei pressi della lavanderia c´è un tabaccaio. Sono entrata dal tabaccaio ed ho chiesto sa sapeva dove fosse mia zia. Lui mi ha detto te lo dico se tu mi dici cosa ne pensi della polemica tra la rai e Santoro. Ho parlato due ore e mezza di politica, di maghi, della dura legge dell´audience che perseguita i poveri giornalisti televisivi e alla fine del mio discorso ho saputo che mia zia era andata a casa perché doveva preparare una torta per avere in cambio della soda dal farmacista, ma prima di uscire, poiché era rimasto molto soddisfatto dal mio discorso, il tabaccaio mi ha dato un pacchetto di sigarette. Avevo voglia di fumare, ma non avevo da accendere e per un accendino il tabaccaio voleva che gli parlassi della questione meridionale. Stufa di quest'argomento (sono una terrona doc ma basta)  ho preferito andar via e sono uscita dal locale molto contrariata, soprattutto perchè mi sono ricordata che ho smesso di fumare. Uscendo ho incontrato Gino il sordo, che appena mi ha vista mi ha salutato con cortesia (e anche con la bava alla bocca). Al suo saluto ho risposto con un gentile cenno del capo e poi per ringraziarlo per la carineria gli ho dato una sigaretta. Speravo l´accendesse così avrei potuto sniffare un po' di fumo passivamente senza sensi di colpa, ma è scappato via perché aveva fretta. All´angolo c´è un fioraio (v siete mai chiesti come mai agli angoli delle strade ci sono sempre i fiorai?), sono entrata e per mezzo pacchetto di sigarette ho preso un mazzo di margheritine di campo. Lo so, lo so, non me lo dite è stato uno scambio folle, ma i fiori sono rincarati quest´anno. Per un `pucci pucci´ al figliolo appena nato, il fioraio mi ha fatto accendere una sigaretta. Sigaretta che non mi sono goduto tanto, avendo le mani impegnate e tanta fretta....cazzo avevo smesso! l'ho buttata e ho cominciato a correre perché ormai era quasi mezzogiorno e per la sollecitudine ho attraversato fuori dalle striscie pedonali. Qui da noi i vigili urbani sono molto diligenti. Appena mi ha visto commettere l´infrazione Antonio il vigile mi ha fatto subito una multa, allora io scrupolosamente gli ho dato in cambio un calcio nelle palle, un bel diretto con le scarpe a punta in mezzo alle gambe. Aveste visto la faccia che ha fatto! E dovevate vedere la mia quando ho letto che le multe erano rincarate. Ero distrutta dal senso di colpa (ma soprattutto dal pensiero dei soldi che avrei dovuto sborsare)  ma non ho fatto in tempo ad implorare pietà  che nel frattempo Antonio era già stato aggredito da Rino detto Kassius a causa della rimozione forzata dell´automobile. Non potendo saldare il debito mi sono girata sui tacchi e sono andata di corsa a casa di mia zia. Mia zia aveva già fatto la torta. Per la pulitura a secco dei pantaloni e delle giacche mi ha chiesto in cambio un pollo. Lo scambio era equo, per cui ho dovuto accettare. Ho preso i vestiti lavati e stirati e li ho portati a mio cugino che mi ha dato in cambio le mele, i pomodori, le zucchine, le cipolle, e l´aglio che poi ho scambiato per un sacco di farina e il lievito di birra da mio zio. Con il sacco di farina e il lievito ho preso al frantoio due litri d´olio che ho barattato con il pollo del mio vicino.
Finalmente ho portato il pollo a mia zia che lo ha cucinato in maniera divina, offrendomi di rimanere a pranzo da lei in cambio del mazzo di margheritine di campo.
Non vi sembra che la nostra società sia più giusta, più economica, e più pratica?????
Ora vi saluto perché devo scappare, ho bisogno di un´auto nuova. Un bacio, ci sentiamo tra un paio di mesi!!!!!




Aria

martedì 29 marzo 2011

percorsi

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il suono dei tuoi abbracci nel tramonto sulla mia pelle ...
sapori che si incontrano nella terra dei baci rubati.
Le mani, cieche,
ricordano  percorsi  antichi e ripetuti...

le labbra non dimenticano, assetate,
l'attraversamento di sentieri,
la creazione di collegamenti,
il fremito delle scoperte ...



Aria
















foto di Anastasia Neumann

eco del 22.1.2009 B.S.

mercoledì 23 marzo 2011

cyclettando

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L'amore, se non è una bicicletta su strada che si tiene in equilibrio momento per momento pedalando con forza e facendo girare le due vite che la catena accoppia, è una cyclette piantata in terra. E tu hai voglia a pigiare sui pedali e a sudare: questa macchina sadica per celibi non ti conduce da nessuna parte.

["La bruttina stagionata" Carmen Covito]






Sì, ma almeno ti fa dimagrire!

[A meno che si abbia un metabolismo come il mio che, dopo aver tentato il suicidio ed essere stato salvato in extremis da una doppia razione di crêpes alla nutella e panna, si è posto in stato di sciopero ad oltranza fino a quando non riprenderà la regolare somministrazione quotidiana di carboidrati/proteine/lipidi sotto forma di brioche alla crema e nutella, lasagne al forno (con le polpettine), paninazzi con wurstel patatine maionese ketchup, linguine panna e porcini, cotolette fritte, frittura mista di paranza, 5 mars e 2 pacchi da 250g di liquirizie ripiene e gommose alla frutta. Nel qual caso, son cazzi amari.]


venerdì 18 marzo 2011

@--'--,-----

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La rosa
non cercava l’aurora:
quasi eterna sul ramo,
cercava altra cosa.

La rosa,
non cercava né scienza né ombra:
soglia tra carne e sogno,
cercava altra cosa.

La rosa
non cercava la rosa.
Immobile nel cielo
cercava altra cosa.








(CASIDA SETTIMA Della rosa - Federico García Lorca)

versione originale QUI


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

mercoledì 9 marzo 2011

succedersi

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strappo il giorno al cielo
lo indosso con fatica
mi sta stretto
lacera la pelle
stringe sui fianchi
si annoda alla gola
l'aria graffia
brucia negli occhi
pesa sul ventre
stacco brandelli d'ora da torturare
mordo il tempo e lo ingoio
senza masticare
istanti che colano
come saliva lungo il collo
parole condite e offerte
come doveroso pasto quotidiano
sputo la notte alla terra
vomito minuti
rigurgito istanti
vomito minuti
sputo la notte alla terra
come doveroso pasto quotidiano
parole condite e offerte
come saliva lungo il collo
istanti che colano
senza masticare
mordo il tempo e lo ingoio
stacco brandelli d'ora da torturare
pesa sul ventre
brucia negli occhi
l'aria graffia
si annoda alla gola
stringe sui fianchi
lacera la pelle
mi sta stretto
lo indosso con fatica
strappo il giorno al cielo
lo indosso con fatica mi sta stretto lacera la pelle stringe sui fianchi si annoda alla gola l'aria graffia brucia negli occhi  pesa sul ventre stacco brandelli d'ora da torturare mordo il tempo e lo ingoio senza masticare istanti che colano come saliva lungo il collo parole condite e offerte come doveroso pasto quotidiano sputo la notte alla terra vomito minuti rigurgito istanti vomito minuti sputo la notte alla terra come doveroso pasto quotidiano parole condite e offerte come saliva lungo il collo istanti che colano senza masticare mordo il tempo e lo ingoio stacco brandelli d'ora da torturare pesa sul ventre brucia negli occhi  l'aria graffia si annoda alla gola stringe sui fianchi lacera la pelle mi sta stretto lo indosso con fatica strappo il giorno al cielo lo indosso con fatica mi sta stretto lacera la pelle stringe sui fianchi si annoda alla gola l'aria graffia brucia negli occhi  pesa sul ventre stacco brandelli d'ora da torturare mordo il tempo e lo ingoio senza masticare istanti che colano come saliva lungo il collo parole condite e offerte come doveroso pasto quotidiano sputo la notte alla terra vomito minuti rigurgito istanti vomito minuti sputo la notte alla terra come doveroso pasto quotidiano parole condite e offerte come saliva lungo il collo istanti che colano senza masticare mordo il tempo e lo ingoio stacco brandelli d'ora da torturare pesa sul ventre brucia negli occhi  l'aria graffia si annoda alla gola stringe sui fianchi lacera la pelle mi sta stretto lo indosso con fatica strappo il giorno al cielo lo indosso con fatica mi sta stretto lacera la pelle stringe sui fianchi si annoda alla gola l'aria graffia brucia negli occhi  pesa sul ventre stacco brandelli d'ora da torturare mordo il tempo e lo ingoio senza masticare istanti che colano come saliva lungo il collo parole condite e offerte come doveroso pasto quotidiano sputo la notte alla terra vomito minuti rigurgito istanti vomito minuti sputo la notte alla terra come doveroso pasto quotidiano parole condite e offerte come saliva lungo il collo istanti che colano senza masticare mordo il tempo e lo ingoio stacco brandelli d'ora da torturare pesa sul ventre brucia negli occhi  l'aria graffia si annoda alla gola stringe sui fianchi lacera la pelle mi sta stretto


Aria

eco del 23.12.2008 B.S.

foto: Kay

sabato 26 febbraio 2011

Pioggia obliqua

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Che tamburelli il silenzio di questa stanza!...

Vi sono danze sensuali nel brillio fisso della luce...

All'improvviso tutto lo spazio si ferma...,

si ferma, scivola, si sbroglia...,

e in un angolo del soffitto, molto più lontano di dov'è,

aprono bianche mani finestre segrete

ed ecco mazzi di violette che cadono

poi che fuori c'è notte di primavera

sul mio stare ad occhi chiusi...











 (frammento di "Pioggia obliqua" Fernando Pessoa)
versione originale e integrale QUI)




 


























foto: franck

mercoledì 23 febbraio 2011

Nessuno si bagna due volte nello stesso fiume

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     Guardo ora il fiume che conosco così bene. Il colore delle acque, il modo in cui scivolano lungo le rive, i verdi zampilli, la piattaforma di limo dove hanno trovato dimora le rane, dove le libellule (dette anche cavalocchi) posano l'estremità delle piccole grinfie - questo fiume è qualcosa che mi scorre nel sangue, a cui sono legato da sempre e per sempre. In esso ha navigato, ho imparato a nuotare, ne conosco il fondale e le tane dove i barbi si librano immobili. E più che un fiume, forse è un segreto.
     E, tuttavia, queste acque già non sono più le mie acque. Il tempo vi fluisce, le trascina ed è trascinato nella corrente liquida, lentamente, alla velocità (qui, sulla terra) di sessanta secondi al minuto. Quanti minuti sono già passati da quando mi sono sdraiato sulla riva, sul fieno secco e dorato? Quanti metri è avanzato quel tronco marcio che galleggia? La campana suona ancora, un brivido ha scosso ora la sera, dove sono gli aironi? Lentamente mi alzo, scuoto i fili di paglia dal vestito. Mi infilo le scarpe. Prendo un sasso, un sasso rotondo e compatto, lo lancio in aria, in un gesto del passato. Cade in mezzo al fiume, s'immerge (non lo vedo, ma lo so), attraversa le acque opache, si posa nel fango del fondo, s'interra un po'. Ha cambiato posto, forse l'inverno lo trascinerà più lontano o lo restituirà alla riva da cui l'ho preso. O forse resterà lì per sempre. 
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     Scendo fino all'acqua, vi immergo le mani e non le riconosco. Mi vengono alla memoria altre mani immerse in un altro fiume. Le mie mani di trent'anni fa, il fiume antico di acque che si sono ormai perse nel mare. Vedo passar il tempo. Ha il colore dell'acqua ed è carico di detriti, di petali strappati da fiori, di un rintocco lento di campane. Intanto, come un lampo passa un uccello color del fuoco. La campana tace. E io scuoto le mani bagnate di tempo, alzandole fino agli occhi - le mie mani di oggi con cui afferro la vita e la verità di quest'ora.

[José Saramago -  "Nessuno si bagna due volte nello stesso fiume" / Di questo mondo e degli altri ]






mercoledì 16 febbraio 2011

nell'attimo

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Spiragli di tempo illuminano l'oscurità
bolle d'ombra graffiano la memoria
scie di lontananze bucano la notte.
Evapora il silenzio negli intervalli di luce.

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Ho provato
a fermare
il cielo
ma
non ho mani
per afferrarti
le dita
impigliate
nell’attimo
in cui
le hai baciate
:
e
il sogno
rinasce
tra i tuoi
silenzi
e il mio
sentire



Aria

nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

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Lettori fissi





Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

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