Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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martedì 29 dicembre 2009

echi

.
.
.
.
.

E' finito un anno.


Un altro anno.

E' tempo di

rispolverare memorie antiche

archiviare nuovi insuccessi

ricordare le piccole conquiste

accettare vecchie cicatrici

apprezzare i miglioramenti

affidarsi, ancora, alla speranza

perdonare i miei errori

comprendere quelli degli altri

desiderare ancora ancora ancora e ancora

e sognare.

Continuerò a sognare.

Ma continuerò a ricordare che, a volte, la realizzazione dei propri sogni significa la distruzione di quelli degli altri....







Buon anno







Aria



 
 
 
27/12/2007
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
Foto: Johannes Barthelmes

venerdì 11 dicembre 2009

Perché le parole








          Perché le parole sono


contenitori di deserti polari mascherati di luci e colori e farfalle sintetiche
Maree di onde trasparenti e fresche piene d'azzurro e pesci volanti

Pietre di lande inquinate nere di pece e d’inganno
Collane di suoni rari da sgranare nel silenzio del giardino dell’anima

Frutti di un albero marcio
Carezze di un’anima bella

          le parole


accarezzano nutrono crescono amano sublimano
modificano se le sposti e le soffi nel tempo e nello spazio

          diventano

armi con cui colpire soffocare rinnegare e ferirsi
culle in cui raggomitolarsi nell'illusione della loro autenticità.

          perché le parole

sono macigni che ti si piantano nel petto e ti impediscono di respirare
sono aria: soffia, voleranno via.





le parole sono tutte
false
quando vestono
il vuoto
e si arrogano
significati
e spazi finiti


le parole sono tutte vere
se le lasci
nel tempo
in cui sono nate
e nello spazio
del loro
significato


nella
pelle
di
chi
le
ha
accolte






Aria




mercoledì 9 dicembre 2009

anima buia

.
.
.
.
.
.
.
Quando l'angoscia spande il suo colore


dentro l'anima buia


come una pennellata di vendetta,


sento il germoglio dell'antica fame


farsi timido e grigio


e morire la luce del domani.




("Quando l'angoscia"  Alda Merini)
versione integrale






sabato 5 dicembre 2009

non dimenticarmi

.
.
.
.
.
E' sdraiato accanto a lei. Lei sta sotto la seta con gli occhi chiusi, accarezza gli occhi, la cavità degli occhi, la bocca, la linea del volto, la fronte. Cerca alla cieca un altro volto, attraverso la pelle, le ossa. Parla. Dice che quell'amore è terribile a viversi. E grida.

("Occhi blu capelli neri" Marguerite Duras)
































Promettimi che mi dimenticherai.
Perché così anch'io potrò dimenticarti,
e potrò smettere di cercare i tuoi occhi in altri occhi,
non cercherò il tuo odore su un'altra pelle,
ascolterò altre canzoni,
amerò.

Promettimi di non dimenticarmi.
E così anch'io non ti dimenticherò.
E smetterò di cercare il tuoi occhi in altri occhi,
non cercherò il tuo odore su un'altra pelle,
ascolterò altre canzoni,
mi amerò.



Aria





mercoledì 2 dicembre 2009

parole e ombre


Le tue parole sulle mie ombre. Le mie  ombre sul tuo corpo.




Ho fatto l’amore con un sogno
in un letto di fiori
sotto un cielo di lucciole
Il mio corpo aderiva
alla notte
che mi respirava addosso
e stringeva il desiderio
Mi invadevano mani di parole
e abbracci di tempo
Conchiglie d’argento
mi portavano echi
di onde randagie
Fra i capelli intrecciati fili d’erba
e speranze d’amore
Avvolta tra un’ombra e un sospiro
sorridevo mentre una frivola nebbia
sussurrava sapori di frutta matura.



Quando ho aperto gli occhi
accanto avevo un’illusione.



Fra le dita


un petalo.

























Lascio cadere le tue ombre sul mio corpo, lascia cadere le mie parole sulle tue ombre.

Aria

giovedì 26 novembre 2009

Lasciami rimanere qui

.
.
.
.
.
.
Lasciami
rimanere qui
avvolta nel tempo
aggrappata ad un eterno presente


Lasciami
rotolare nelle onde
accarezzata dalla corrente
e pensare che questo è il mio luogo

Lasciami
correre in tondo
così che non mi perda
e possa ancora trovarmi
in te

Lasciami
sognare l'odore del mare
e fai che nessun frastuono
mi svegli

Lasciami
rimanere
qui
vicino
a
te...





























Aria


 

martedì 24 novembre 2009

come alberi

.
.
.
.
.
.
.
Vorrei vivere in un bosco, dove la quercia e il faccio i rovi e il muschio hanno uguale diritto di sopravvivenza, tutt'al più c'è qualche fungo parassita che fa il furbo. Dove non senti commenti sul colore del tronco, o ti guardano male perché hai le foglie scompigliate. Oppure sotto il mare dove nessuno è più forte degli altri, ci si mangia a vicenda con equanime appetito.



[...]























Non esistono alberi brutti o belli. Il tempo dell'albero somiglia al mio, è il tempo curato e riempito di vita, il tempo più bello che ci sia al mondo. Guarda quell'albero, ha il tronco che sembra ritorto da qualche mano gigante. E' bello come quel pioppo diritto e superbo. E quel pino? Si è inclinato e sghembato, per cercare il sole. Belli, tutti. In ogni stagione. Eternamente vivi, frustati dalla pioggia, piegati al vento e poi di nuovo immobili.

("Achille piè veloce" Stefano Benni)







Tornerò fra qualche giorno. O mai. O dopo. Prima o poi.

venerdì 20 novembre 2009

tangibile assenza







Stringere le dita

intorno al tuo nome
fino a che si frantuma
Consentire ai frammenti
di penetrare nella carne
fino a quando il tessuto si lacera
Sentire un dolore intenso
paragonabile solo
alla tua assenza





















27/10/2008




foto: Carla Salgueiro

giovedì 19 novembre 2009

lacrime

.

Le lascio scorrere

Arrivano improvvise.

Nessun segnale.
Appena sveglia.
Di notte.
Mentre scrivo.
Mentre parlo.
Mentre ascolto.
Mentre mangio.
Mentre rido.
Mentre guardo.
Così.


Tu non le puoi vedere.


Io, sì.
Lucide, piene,  tiepide.
Lentamente vanno
al loro destino.
Indugiano sulla pelle.
Tracciano cicatrici invisibili.
E vanno verso il nulla.

Non sono che questo, il loro scorrere.
Dolore che cola.
Verso il nulla.












 




Cos'hai? Nulla. E' l'assenza.





19/09/2008
foto: Leanne Lim-Walker



lunedì 16 novembre 2009

come il fiume senza fine che passa e resta

.
.
.

Il presente è quasi inesistente, un sospiro, un soffio appena percettibile.
Mentre respiro già l'aria è finita, è diventata un ricordo e penso al futuro
che ancora non esiste, sta per essere vissuto, trascorso, passato.
E' tutto ciò che ho, un presente veloce, un istante, proiettato nel desiderio
di essere consumato,  ripetuto, rinnovato...

Mi piace l'illusione che  il presente sia puro istinto, sia un cocktail di emozioni e di sentimenti.  Mi seduce il desiderio di vivere ogni istante come fosse l'ultimo, unico. Illusione.  Quanti di questi meravigliosi momenti vivo consapevolmente, con la volontà di abbandonarmi alla corrente della mia anima? Il tempo mi fagocita. A volte penso che questo istante sia solo una somma, il risultato di addizioni-moltiplicazioni-divisioni di attimi vissuti uno appresso all'altro, che sia solo il risultato del mio passato. A volte penso che quest' attimo,  il presente, l'ora, sia solo un investimento per il futuro, una semina. Spesso penso che  il tempo mi venga rubato dalla quotidianità . In tutto ciò l'istinto ha davvero poco peso.

Quanti attimi riesco, davvero, a cogliere del mio presente? E' la percezione del tempo, che fa la differenza.

Il dolore congela l'oggi, il presente   rallenta    ristagna          d   i  l  a  t  a.     Non passa. E' pietrificato in una lacrima ferma lì, sul bordo della palpebra. Non torna indietro. E non va avanti. E brucia. Senza consumarsi. Il dolore è l'infinità.

La felicità è nell'intensità di un attimo. La stessa felicità diluita, spalmata in più attimi perde l'impeto che ci rende consapevoli di vivere un momento felice e così lo lasciamo andare, relegandolo nella normalità. La felicità è un lampo. E'

un istante in cui la logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, da uno sguardo, da un sogno, un abbraccio, in cui un frammento diventa un tutto, così intenso che diventa
un istante in cui la logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, da uno sguardo, da un sogno, un abbraccio, in cui un frammento diventa un tutto, così intenso che diventa
un istante in cui la logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, da uno sguardo, da un sogno, un abbraccio, in cui un frammento diventa un tutto, così intenso che diventa
un istante in cui la logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, da uno sguardo, da un sogno, un abbraccio, in cui un frammento diventa un tutto, così intenso che diventa
un istante in cui la logica rete delle sequenze causali si arrende, colta di sorpresa dalla vita, da uno sguardo, da un sogno, un abbraccio, in cui un frammento diventa un tutto, così intenso che diventa
un istante ........
.                          .             .        .        .              .                    .                      .                       .            .       .
    .               .               .                    .                  .          .             .     .              .          .             .           .          .
 .        .             .                  .      .           .                    .              .             .              .                     .        .           .

Frammenti di tempo, infilati come perle sul filo del ricordo. Pochi, quelli che continuano a palpitare insieme al cuore. Preziosi frammenti di aria.

...è tutto ciò che ho, un presente veloce, un istante, proiettato nel desiderio di essere consumato, ripetuto, rinnovato.




Aria


















Guardare il fiume fatto di tempo e d’acqua


e ricordare che il tempo è un altro fiume.


Sapere che ci perdiamo come il fiume

e che passano i volti come l’acqua.







(Arte poética - Jorge Luis Borges)


Sbirciando nella mia pagina di ShinyStat (statistiche web), ho  trovato le mie parole in questo link http://www.mauroottaviani.it/slide_istanti_1/
Ringrazio il gestore del sito per quello che considero un regalo inaspettato. La sequenza di foto scelte nello slideshow è affascinante, frammenti di tempo impressionati in un istante. Grazie.
Aria







venerdì 13 novembre 2009

spalmare...

.
.
.
.
.
- In tutta la mia vita non avevo mai visto un approfondimento così completo del tema del sadomasochismo. I quadri di Bacon colgono il gesto che vorresti fare al tuo peggior nemico.

- Come sei drammatica.

- Eppure c'è gente, no?, a cui non vorresti davvero fare qualcosa di violento...ti viene solo da spalmargli la faccia come fosse pittura.

-Sei più aggressiva di me.






["Inganno" - Philip Roth]

immagine:  Francis Bacon (autoritratto)

martedì 10 novembre 2009

eco

.


.

Sento mani assetate
di sguardi dentro
i miei ricordi


         Sento passi leggeri
         di pioggia dietro l'uscio
         del tempo

Sento un fruscio lento
bisbigliare di fronde
nell'aria smossa





                  gorgoglio   
         
          fruscio                       
  

                scalpiccio
  

   mormorio


          tramestio...


nembo.
capriccio.
eco.

è passato.


Aria




lunedì 9 novembre 2009

E






.

.


Pronuncio il tuo nome,

in questa notte oscura,

e il tuo nome mi suona

più lontano che mai.

E più lontano di tutte le stelle

e più dolente della pioggia quieta.
























(“Se le mie mani potessero disfogliare” Federico García Lorca)






mercoledì 4 novembre 2009

forse




                ho dormito. o forse no. ho sognato. forse no.






Cammino scalza nel buio freddo e bagnato.


Nel cielo l'assenza complice della luna e delle stelle.



So che c'è una strada.


Non
so
dove


ma
so
che
devo
andare.






Ho freddo, sento aghi nei piedi nudi.

Cammino lenta ma una lieve paura si arrampica al respiro.


I piedi stanchi e il respiro corto indicano che è già passato un po' di tempo.


Mi fanno compagnia i suoni della notte che leniscono l'angoscia che serpeggia lungo le gambe.


Inizia a piovere. gocce lente. affannose. corte. fredde.


I vestiti si incollano alla pelle i movimenti rallentano non sento più niente.


So che c'è una strada.


Non so dove ma so che devo andare.





Aria


martedì 3 novembre 2009

trucco


Era così sorprendente la loro forza d'animo (...), che Aureliano chiese con la sua solita sgarberia di che trucco misterioso si erano valsi per non naufragare nella tormenta, come diavolo avessero fatto per non affogare, e uno dopo l'altro, di porta in porta, gli ricambiarono un sorriso astuto e uno sguardo trasognato, e tutti gli diedero senza mettersi d'accordo la stessa risposta: "Nuotando".


("Cent'anni di solitudine" Gabriel García Márquez)
.............................

foto: Yann Orhan




venerdì 30 ottobre 2009

ciò che

.






Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia



è la mia nostalgia


     cresciuta sul ramo inaccessibile


è la mia sete


     tirata su dal pozzo dei miei sogni


è il disegno


     tracciato su un raggio di sole


















(“Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia”  - Nazim Hikmet)

martedì 27 ottobre 2009

la ragione di un desiderio


la ragione di un desiderio


.
[ricordo]
.

Ti guardo.
Scruto il tuo corpo l e n t a m e n t e. Con distacco.
Frugo nella trama della tua pelle.
Cerco t r a s p a r e n z a
per guardare dentro e trovarvi la ragione del mio desiderio
                                                                                   come un bambino che smonta la sveglia per sapere cos’è il tempo.
Mi soffermo sui dettagli.
Ti ispeziono con attenzione clinica.
Forse il il mio desiderio è imprigionato lì, nelle cicatrici disseminate sul petto
Orme gonfie di tempi --- attese ---- esplosioni d’ira
Osservo la pelle del viso, vicino l’attaccatura dei capelli, conto le minuscole scaglie opalescenti, stanche di aderire ad un tessuto minato da un’eziologia ancora sconosciuta. Macchie rosse, infiammate, è lì
È lì che si nasaconde il mio desiderio?
Rovisto lungo le linee delle labbra e del naso e in ogni singolo pelo stretto dentro il suo follicolo. E’ costretto lì, in ogni poro, il mio desiderio?
Analizzo gli occhi. Vorrei stabilirne il colore: acqua-ferro-cielo-sabbia-argento-limo-
Ma no. Non è nel colore che voglio entrare, voglio affacciarmi dentro il tuo sguardo, vedere se è dentro i tuoi occhi la causa del mio desiderio.

Ma poi ti muovi. E il mio desiderio è qui. Sei tu. Interamente tu.
























Esamino il ricordo
                                                                            Come un insetto raro e molesto
Per trovare la ragione della mia nostalgia.
Ma poi mi muovo. E la mia nostalgia è qui.
Sono io.




Aria
.
.
.
.
.

martedì 20 ottobre 2009

sogni

.




Gli sembrò di aver veduto, per la prima volta in vita sua, una donna.


E commise subito quel mezzo peccato che consiste nel fare sogni strani. Bisogna guardarsi dalle chimere prepotenti. La fantasticheria ha il mistero e la sottigliezza di un odore. Essa sta al pensiero come il profumo alla tuberosa. Talvolta è la dilatazione d'una idea venefica, ed ha la penetrazione del fumo. Ci si può avvelenare coi sogni come coi fiori. Suicidio inebriante, squisito e sinistro.
Aver cattivi pensieri, è un suicidio dell'anima. Quello è l'avvelenamento. Il sogno attrae, seduce, lusinga, avvince, poi fa di voi il suo complice. Vi rende responsabili delle frodi commesse a danno della coscienza. Vi affattura. Poi vi corrompe. Si può dire del sogno ciò che si dice del giuoco. Si comincia con l'essere vittima d'un inganno, si finisce con l'esser un briccone.









[L'UOMO CHE RIDE - Victor Hugo]



giovedì 15 ottobre 2009

Luce ondosa








.






Avevo una gran voglia di piangere che lottava vigorosamente col proposito di non versare lacrime inutili. E le voglie, si sa, vincono spesso contro i (buoni) propositi. E così ho seguito i miei passi. lungo i pori del mare e della riva.
Ho seguito i miei passi.
Mi aspettava una soffice bruma. Si è sciolta il tempo di arrotolarmi i pantaloni e dimenticare le infradito sugli scalini. E il cielo abitato di nuvole pallide di sole annoiato, ancora addormentato nel silenzio e imprigionato nel grigio di nembi distratti.
Seguo i miei passi.
La pineta corteggia le dune, sembra avvolgerle in un stretta voluttuosa e inebriante.
Un delicato profumo di resina sembra emanare dall’ombra umida dei pini che si distende sulla sabbia, timidamente.
Seguo i miei passi.
Il sole, rinvigorito dall’insistenza del mattino, buca le nuvole e srotola la luce come fosse una chioma. La luce comincia a scorrere lungo i fianchi delle nubi, piovono baci di sole.
Piovono baci di sole!
Baci di sole seguono i miei passi. Abbandono lo sguardo sulla trama ricamata dalla luce sul velo d’acqua e lascio che il tessuto trasparente invada di verde lo sguardo fino a sopprimere i particolari oziosi, come certi ricordi maleodoranti. Le onde galleggiano assonnate come morbido velluto azzurro mentre la luce sprofonda e sembra salire insieme al mare.
Luce ondosa.
L’odore del mare persistente e come smarrito nell’aria, sembra volteggiare nelle braccia del vento tiepido e leggero e diventa suono, suono umido: la voce del mare.
Brilla il vento.
Ferma nel tempo dell’inconsistenza l’anima si è dissetata d’odore, di suono e di colore.
Sento forte il desiderio di perdermi nell’avvenire.
E mi abbandono alla gioia di cadere nella gola del giorno.


Aria




(foto: Alfredo Cunha)




queste a colori sono mie


nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

altrove

Lettori fissi





Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

... .. . ..

. . . . .