Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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domenica 12 giugno 2011

Mare, portami lungi!



Il mare intero sale e scende, in uno sperpero di forza, di grazia e d'armonia. Le onde provano tutta la loro gamma, in una finzione magica. Galoppano come puledri, s'aprono come arbusti, s'alzano come montagne, si estendono come valli, e ridono e piangono, parlano diffusamente e tacciono di colpo, e vivono del cielo e lo negano, si vestono di broccati e di sete e si spogliano tutte.
La suggestione dell'acqua resa umana è evidente. In tal modo chiama la sua occulta bellezza, che, col solo dire alla nostra anima: "vieni con  me", se la porta via. E il corpo allora, persuasivo, trascina l'anima stordita, con un grande sforzo delicatissimo, dalla murata alla cabina.

["Diario di poeta e mare" Juan Ramón Jiménez]



il mistero è nelle onde.
Mai uguali a se stesse.
Un incessante susseguirsi di valli e cime bianche.
Pinnacoli che tuffano in profondità,
praterie azzzurre che si interrompono ai piedi di colline spumeggianti.
Correnti che sono il vento del mare.
Venti che sono la corrente del cielo.
E le onde che seguono ora le une ora gli altri senza premeditazione.
Misteriosamente.
Scie di sogni che tuffano nei flutti, pare si perdano, forse si mischiano...e tornano.
Naufraghe di un'anima che non smette di cercare nei colori della burrasca.

Aria
eco del 10/02/2009 M.M.




Mare! Anche a te io mi affido – capisco ciò che vuoi dirmi,
Scorgo da riva le curve tue dita che invitano,
E credo che allontanarti non vuoi prima d’avermi toccato,
Dobbiamo fare un giro insieme, mi spoglio, portami lungi, che non veda più terra,
Cullami sui molli tuoi cuscini, cullami in ondoso assopimento,
Schizzami di sprilli amorosi, ché io ben saprò ripagarti.

(Frammento di “Il canto di me stesso” n. 22, in FOGLIE D’ERBA, Walt Whitman. versione integrale e originale qui)





Ed io vado a sentire che ha da dirmi il mare, il blog riapre a settembre.
E, tra un'ondoso assopimento, un giro e uno sprillo, tornerò a salutare i miei amici come possibile.
Per ora, lascio un sorriso a chi passa ed un abbraccio agli amici.
Aria




Le tre foto in alto sono di David Orias
La foto in basso è di Elena Kalis

17 commenti:

  1. Vorrei perdermi anch'io in mare fino a settembre.
    Vorrei perdermi in mare spesso e volentieri.
    Buon viaggio.

    RispondiElimina
  2. Tutto bene tranne quel "lungi" che sa un po' di stantio... per il resto , buone ferie ... le mie sono ancora lontane e dovrò scriverne di cose sul mio blog prima del 6 di agosto... -:(((

    RispondiElimina
  3. ... io ti lascio un sorriso e mi gusto il tuo incanto di mare. Un bacio a presto :)*** Emme Divi

    RispondiElimina
  4. E buone vacanze! Quest'anno vediamo di far cantare le cicale mi raccomando!!! Un bacione e ci si vede tra flutti spumeggianti :)

    RispondiElimina
  5. quel mistero è trasparente,
    fa emergere, riflettendola,
    l'infinità del cielo


    anche nella burrasca,
    la forza di quell'anima è incessante,
    grande come la bellezza amata

    :)

    RispondiElimina
  6. Queste sono onde pettinate... che vanno lisce come l'olio... ci vorrebbe anche qualche spruzzo... d'aria...

    RispondiElimina
  7. violacomeilividi16/06/11, 22:25

    Frammm ma questo è per dirci con delicatezza che tu vai al mare e noi no? [mi ha lasciato scrivere questo qui.Adesso dovresti solo dirmi che c'era qualche impostazione strana e non io imbambita]

    RispondiElimina
  8. Mi sa che sei andata assai lungi -:)))

    RispondiElimina
  9. Un saluto di intensa, aristocratica, avvolgente bellezza, il tuo.
    Lo avrei condiviso a pieno fino a qualche tempo fa: mi sarei fatto avvolgere dal saluto e dal mare.
    Da un po' di tempo l'abbraccio marino mi suscita qualche disagio. Mi tuffo con piacere nell'acqua, sì, ma comincio ad avere del mare una - distanza? timore? alterità? Così è, lo accetto: non è che se non capisco una cosa la elimino, faccio finta di niente. Mi tengo il disagio, l'ombra, quasi una possibilità di inimicizia - da parte sua, non mia, non era mia, e da parte sua se non proprio inimicizia, è indifferenza, una gigantesca indifferenza.
    Immagino che siano parole che possono darti fastidio, forse. Ma ti dico questa cosa come qualcosa che mi avviene in un certo senso nonostante me, nonostante tutto il fascino e la poesia legati al mare, che una volta erano fascino e poesia totali - non è più così, non del tutto almeno.
    Forse saranno stati gli tsunami. Nella mia vita, ne ho avuto notizia e immagini, di molti. Quanti? Pochi. Però più delle dita di una mano. Ma per i morti devastati da quelle onde marine anomale non so quante mani ci vorrebbero. Per cui, sì, mare fratello, mare amico, però…
    Forse sarà stata la scoperta che, nel mio andare di bipede con mani per afferrare e arrampicarmi, finché stavo sulla terra me la potevo cavare, salire, anche sugli alberi, scendere, attraversare valli, con qualche pericolo, certo, ma insomma potevo andare e andare - fino lì, fino a quella distesa immensa d'acqua salata: lì mi dovevo fermare. Scoprivo che il mare è un confine: la terra, la mia terra, lì finiva. Al più potevo fare un breve tratto a nuoto, oppure avrei dovuto armarmi di una barca, o salire su una nave. Ma lì, davanti a quella distesa infinita, dovevo fermarmi. Non era come sulla terra: non sono un animale marino, sono un animale terrestre.
    Il mare è un confine da quando sono nato, da quando sono venuto all'aria e alla luce. Una trasformazione irreversibile: prima mi sono sviluppato e son vissuto in un liquido, un piccolo mare nella pancia di una donna, ma poi, da quando sono nato, per vivere respiro aria, l'aria della terra. La mia vita è andata e andrà da quel primo respiro fino all‘ultimo. Da allora, dalla nascita, tutto immerso nell'acqua senza attrezzature opportune, nudo così come mamma m'ha fatto, se non riuscissi a tirar fuori la testa per respirare dopo qualche minuto morirei. E’ così anche per tutti i mammiferi che vivono nel mare, sì, ma loro stanno immersi non so per quanto tempo, e nell‘acqua vanno come volassero: io invece sono un mammifero che vive sulla terra, non sono certamente un delfino, una foca, una balena!
    Sono come una foca fuori dell‘acqua, quando sto nell‘acqua: lei è stupendamente andante, nell'acqua, e goffamente inadatta sulla terra, io vado sulla terra e sto goffamente inadatto in mare.
    Ma più che questo, forse hanno avuto in me un effetto estraniante gli tsunami. Quando il mare fa quelle cose lì, bè….Del resto la terra ogni tanto trema, balla, si spacca, distrugge, uccide. Eppure non sento la stessa estraneità che s’è infilata nel mio rapporto con il mare.

    RispondiElimina
  10. Ciao Tesoro... Il "lungi" ahhhhhhhh che bello... :-))))))

    Io invece volevo chiederti, ma quell' "azzzurro" è così perché è più "azzzurrro" del solito...?? eheheh

    un abbraccio infinito, come il mare.

    ps: se lo trovo ti scrivo un commento in sintonia al tuo azzzzzzzurrissimo mare, cerco nei miei duemilaecinquecentosettantatre file di parole e poi mi rifaccio viva...

    RispondiElimina
  11. Sarà il mare che nasconde i tuoi occhi o il deserto delle tue parole che non sento tra le ali del vento. Conosco il tuo silenzio il tuo cammino, il tuo sorriso che non dimentico mai cosi aspetto che tornerai.

    Non sono anonimo sono Maurizio
    http://cartatadiresche.blogspot.com/

    RispondiElimina
  12. Il mare ...la fonte inesauribile di vita..La nostra prima culla...Bel post.
    Gio'
    http://remenberphoto.blogspot.com/

    RispondiElimina
  13. Sono la cacciata di casa, ora scrivo qui: http://rosalouise1.wordpress.com/
    Su facebook ci sono delle pagine che hanno parlato della disgustosa vicenda che mi riguarda.

    Sono pagine aperte che possono leggere tutti.



    -
    http://www.facebook.com/event.php?eid=272590312763216
    -
    http://www.facebook.com/event.php?eid=116813851758152
    -

    Quel post che riporto sulla pagina evento ti consiglio di leggerlo nel blog originale dove viene spiegata l'inesattezza riportata dall'autore che era stato come dire? informato male: http://blog.libero.it/nonunportaleblog/commenti.php?msgid=10676180&id=354597#comments
    Bacio..:*

    RispondiElimina
  14. grazie a tutti, provo a tornare, vediamo se riesco :)


    Dame, ho letto tutto e sono schifata...d'altro canto ho lasciato quella piattaforma perché è davvero indecente.
    hai scelto wordpress che a me piace tantissimo, e su cui ho un blog su cui appoggio le poesie che amo di più. ora ti (r)aggiungo!
    bacione!

    RispondiElimina

nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

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Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

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