Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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lunedì 1 luglio 2013

di un tangente e del nostro pane

 .




Si arraffa un qualche niente

e si ripete

che il tangibile è quanto basta.

Basterebbe un tangente

se non fosse

ch'è lì, a due passi, guasto.



.







immagine:"Maos" di Baciar

(” Annaspando” da Satura – Eugenio Montale)




Si è alla ricerca continua di cose tangibili, non solo cose e non solo materiali, ma piuttosto cose certe, reali, concrete, si annaspa nel tentativo di arraffare ciò che si può toccare, nell'illusione che il conosciuto ci dia sicurezza e ci salvi. Salvo scoprire che non vi è nulla di più effimero della realtà.
Ironicamente, "basterebbe un tangente se non fosse ch’è lì, a due passi, guasto". Crediamo di possedere la capacità di  tangere,  prendere, trattenere. Facoltà che, incredibilmente, scopriamo essere  guasta, inutilizzabile.
Tutto si tiene, ma istante per istante, per poi modificarsi in nuovi e diversi e casuali cumuli, tutto si tiene ma nulla si trattiene. Annaspando.
E allora? come ci si salva? Ci tende la mano l'immaginazione.
Perché la nostra mente è furba. Ha l'abilità, in  situazioni  di difficoltà, di trovare un aggancio, una ragione, una speranza, per ripararsi e continuare a vivere. E, se è vero che la realtà è effimera perché svanisce istante dopo istante, si consuma, muta, non si può trattenere, penso a quanto sia invece duratura ed eterna, “tangente”,  l’immaginazione…. Immaginare è rappresentare un pensiero, disegnare con la mente, inventare ciò che conosciamo, proiettare un’idea, eternare la realtà, varcare i confini della consistenza, evocare la memoria. Così, se ti dico che sto passeggiando in riva al mare tu senti sotto i piedi la sabbia soffice, se ti racconto che ho immerso le mani nel ruscello che attraversa la spiaggia tu senti l’acqua ghiacciata che ti rabbrividisce, se aggiungo che mi sono seduta sulle dune a ridosso della pineta, tu riconosci quel particolare profumo di resina mescolato all’odore di scoglio. Riesci ad immaginare nulla di più reale?
E' una tensione non tangente, che non anela al toccare, all’avere, alla materia, ma al sentire.
E io, sinesteticamente, sento.

Da quando frequento i food-blogs ho manifestato una nuova sinestesia: lo sguardo saporifero, guardo una foto, leggo la ricetta e le papille linguali si allertano, si gonfiano, rievocano gusti conosciuti e amati, l'olfatto amplifica la memoria di profumi esuberanti e volatili, un piacere accattivante comincia ad insinuarsi...nello stomaco!
Sento.
Come quando ho visto il pane di Michela.
Ho sentito il solletico della farina sulla pelle, il profumo di grano che mi invadeva le narici, ho visto il pane gonfiarsi di bontà nel forno.... quando Maria Teresa mi ha chiesto "facciamo una cosa a quattro mani?" è stato naturale rispondere certo che sì, facciamo il pane di Michela! E così, ci siamo messe d'accordo sugli orari, e abbiamo cominciato insieme, ognuna a casa propria, ma insieme. Sei pronta per la biga? riduciamo il lievito? minchia qua fa un caldo! domani trovo l'impasto esploso! vabbè mettiamo 5 grammi e niente copertina. La mattina dopo apro il contenitore e...zaf! una zaffata di alcool che dopo due minuti mi son messa a ballare la tarantella sul tavolo! (come sempre quando sniffo o bevo roba alcolica). Inutile dire che dopo la tarantella ho tentato un intervento d'urgenza sull'impasto mezzo slievitato, praticato la respirazione bolla a bolla, messo nell'impastatrice che dopo l'operazione per rinsaldare la frattura dei ganci non s'è più ripresa, arrivata gente, prima la vicina di casa, sì ok entra scusa ma sto riabilitando la biga comatosa, sì vabbè ti faccio il coffì, sì ok il prezzemolo te lo dò, sì vicinadicasa facciamo due chiacchiere, però scusa vedo un attimo che succede nella planetaria...(una sbobba grigia)...ah vai via??? peccato! intanto Maria Teresa mi mandava le foto del suo meraviglioso impasto tutto tronfio, pieno di arie, poi quelle dentro i forno tutto bello colorato pieno di arie e poi cotto tutto bello croccante e pieno di arie.... il mio a vedere tutta quell'aria je venuto un mancamento.... un guizzo d'orgoglio l'ha portato fin sul filo di lana, non voleva darmi una delusione, ci eravamo parlati, io sono una simpatica e dolce, però suscettibile.... temeva che l'avrei dato in pasto all'unico pesce superstite che mangia così tanto che fra un po' l'acquario nuoterà nella sua pancia, tanto è cresciuto.
Ed eccolo qua, lo smilzo, il pane, dico.
(ma perché quando parlo di cucina sono così prolissa????)


poveretto lo vedete, che scorza sofferente, che semi tramortiti, che forme scomposte, che colorito verdognolo.... l'ho conservato, promettendogli che lo avrei mangiato io, solo io, giammai il pesce e.... ho deciso di rifarlo. (continua...)







(clicca qui per leggere la seconda e ultima puntata) 


27 commenti:

  1. Dicono che il cervello non distingua tra realtà e finzione.
    Se immagini una cosa brutta, ma non vera, il cervello è capace di farci soffrire.
    Se immagini una cosa bella, ma non vera, il cervello è capace di farci stare bene.
    La realtà che vediamo spesso è solo una nostra proiezione delle cose, e la viviamo a seconda di come le proiettiamo…pare…

    E’ anche vero, però, che si riesce ad immaginare solo se abbiamo già vissuto le esperienze…come si fa ad immaginare l’odore della resina e sentire le dita appiccicose se non hai mai messo piede in una pineta…?

    Per questo, oltre che immaginare, ci occorre vivere, tutte le esperienze possibili, con tutti i nostri sensi, anche mescolandoli in un vortice sinestetico…

    Il pane? Dai, la seconda volta ti è venuto molto meglio. E son sicuro che se lo rifarai, verrà ancor più meglio assai! :)))

    BaScioni, Tama'! :)))

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    Risposte
    1. Certo, ovvio che la vita vada vissuta toccando, annusando, respirando, decidendo, lavorando, giocando, vivendo la realtà! e ci mancherebbe.... l'immaginazione è una sorta di supporto, di valore aggiunto, ci aiuta ad "inventare ciò che conosciamo", e a ricordare. Il ricordo non è altro che un dipinto, una pagina scritta, uno scatto fotografico su ciò che abbiamo vissuto e che, a volte, vorremmo ripetere se ci è piaciuto o dimenticare, se ci ha fatto soffrire.
      I desideri, il bisogno di futuro non sono altro che un esercizio perpetuo d'immaginazione della realtà, passata o futura, che vogliamo si ripeta. Un modo per "fissare" il moto. La realtà svanisce immediatamente, appena l'hai vissuta, c'è solo un modo per fissarla: immaginarla!
      E io immagino il prossimo pane, ne sento già il profumo e sento i semini scricchiolare sotto i denti
      ti sorrido Piero..... sono certa che lo vedrai il mio sorriso, nonostante non si veda :-D

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    2. Tamara, Piero,
      questa volta sarò io quella che 'incornicerà' le vostre considerazioni:
      quanti pensieri su cui riflettere, quante perle avete lanciato!
      Ed io, perdonatemi se risulterò banale ma, che ci crediate oppure no,
      in tanti momenti della giornata, lascio andare la fantasia ed immagino che siete insieme a me.
      So che succederà davvero e che un giorno diventerà addirittura 'ricordo', "... un dipinto, una pagina scritta, uno scatto fotografico su ciò che abbiamo vissuto e che, a volte, vorremmo ripetere se ci è piaciuto".
      Ora, in attesa di realizzare questo 'ricordo',
      posso solo abbracciarvi forte,
      con l'affetto e l'immaginazione,
      che viene dal cuore...

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    3. Dolcissima Rosalba, non faccio alcuna fatica a crederti! ho appena raccontato come la fantasia accompagni le mie preaprazioni culinarie, e solo perché l'argomento era "farinoso", altrimenti avrei potuto raccontare di quando immagino di immergermi nelle acque dell'oceano indiano maschera pinne e boccaglio, o quando immagino di scalare l'everest (ma questa immaginazione rimarrà onirica, nemmeno se mi pagano lo scalo l'everest!) o potrei raccontare di quante risate mi faccio immaginando di scrivere un post a 16 mani con le mie amiche virtuali davanti ad una vera tastiera (e le tue manine ci sono! me l'immagino!), e sorrido pensando a te e me, davanti ad una torta gigantesca piena di panna e frutta e cioccolato che ci imbrattiamo di sbuffi!. E chissà quanto altro ancora :)
      E ti abbraccio forte forte anch'io!!!!

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    4. Grazie, Rosalba. Quante belle parole...delicate...leggere...sentite...vive...

      p.s ...ci crediamo, ci crediamo... :)))

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  2. il tangibile secondo me è ciò che ci rende felici, l'immaginazione è melliflua e inafferrabile.
    Montale è il poeta preferito :D
    Bravissima ZiaTam :D:D
    un abbraccione

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    Risposte
    1. inafferrabile e necessaria :-D
      Ti abbraccio bella Francesca! (certo che ogni volta che ti vedo nell'avatar mi viene un'acquolina!!)

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  3. Carissima Tam! Leggere questo tuo bellissimo racconto mi ha fatto venire la pelle d'oca...!
    E mi lascia imbambolata davanti allo schermo ad assaporare le tue parole.
    Grazie Meravigliosa Creatura!!!!!!!!

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    Risposte
    1. Grazie a te mia dolcissima amica! che risate eh? :))))

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  4. A proposito dello sguardo saporifero, ho proprio ieri letto uno scritto ( " Di donne, di ebrei e di me stesso ")in cui Romain Gary rivela una tecnica che gli ha consentito di ricordare perfettamente, a distanza di tempo, monumenti, quadri, paesaggi... Il segreto? Associare alla visione la degustazione di un alimento gradito ( nel suo caso cetrioli sottaceto ). Qui trovo un'implicita conferma...;)
    Ciao!:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Bellissima questa cosa! Certo, i miei alimenti graditi sono tanti, quindi qualora dovessi ricordare più cose associate a più alimenti graditi, secondo una scaletta che varia a seconda dell'umore, del tempo, del contesto, chissà cosa ricorderei, poi!
      Grazie giacy.nta!

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  5. "Ma perché quando parlo di cucina sono così prolissa..."
    Sarà perché sei perennemente a dieta o quasi !!!

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    1. ahahahahahahahahahahah! guglielmo, sei un mito :)

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  6. i versi di Xenia e poi di Satura sono stati ispirati dalla morte fisica della moglie di Montale ... quei versi esprimono non solo il dolore del distacco e dell'assenza ma anche un sentimento grandissimo: la realta' del cuore e i veri sentimenti non sono effimeri ma vivono per sempre, con il desiderio di continuare a stare insieme altrove ... 

    "al di la' di onde e di schiume
    l'amore cerca il suo fondo.
    La profondita' in cui il mare e' in pace con la sua acqua
    e dove si amano gia' senza segni o movimenti.
    Amore cosi' sepolto nel suo essere, cosi' offerto, cosi' quieto,
    che il nostro amare da vivi si sentisse sicuro di non finire,
    quando terminano i baci e gli sguardi, ed i cenni.
    Ben certo di non morire come lo e' il grande amore dei morti" (P.S.)

    Ciao :)

    RispondiElimina
  7. p.s. 
    perche' scrivi "poveretto" al pane? :)
    come il mare rappresentato nel blog di Mat,
    anche il pane assume connotati verdi :)

    Secondo me quel pane e' felice di diventare verde, ecco :)

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    1. Angelo :))) tu riesci a vedere rosa anche nel verde :))))))))

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    2. Eccerto :)
      d'altro canto, la persona che per te e' speciale
      ti fa intravedere i colori anche dove e' tutto nero :)
      riesce a farti affrontare circostanze e problemi
      anche quando sembrano difficili o impossibili :)


      Elimina
  8. No, però senti, con questo caldo che fa (sì, perché qui nel frattempo è tornato il caldo, quello afoso, umido e appiccicoso che odio dal profondo delle mie viscere!), non puoi venirmi a raccontare queste avventure di panificazione così travagliate... e la puzza d'alcool che ti tramortisce, e la lotta furibonda con la biga nell'impastatrice, e l'impastamento a mano (sì, perché mi sono letta pure la seconda parte) con quella massa slappata e scaravoltata e sbatacchiata e smandrappata e spiaccicata e... che stress 'sto pane!!! per dispetto, mi vado a fare un piatto di fagiolini all'agro!!! :-P
    Brava però... alla fine, chi la dura la vince, ma che sudata però!!! :-D
    Non t'abbraccio, fa troppo caldo!

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    Risposte
    1. ahahahahahaha! ok, ci facciamo ciao ciao con la manina :-DDDD
      (sei adorabile!)

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  9. Ciò che si crea dall'amore dall'armonia e dalla voglia di vivere è un'emozione senza fine.
    Basta poco per essere felici..
    Maurizio

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    1. @UIFPW08: quanto è vero quello che dici Maurizio!!!!
      Peccato che ce ne dimentichiamo troppo spesso...

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    2. Già.... poco, a volte niente, il resto di niente... a volte si può solo immaginare....
      Ti abbraccio Maurizio

      (Emmettì bella:)

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  10. Todo puede ser tangible en relación a algo, es decir, puede tener valor relativo, pero no siempre absoluto! Un abrazo!

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    1. come le tue foto... non si toccano ma è come se ci entrassi dentro! ti abbraccio Leovi

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  11. un santuario di delicata armonia! deliziata sempre dei vostri pensieri

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    1. e io sono deliziata dalla tua soave presenza, Simonetta

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  12. NO non posso dimenticarmene
    I miei auguri sinceri di cuore
    Buon Natale
    Maurizio

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nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

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Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

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