Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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lunedì 16 maggio 2011

so I said





If I am a little one, I can do no harm.
If I don't move about, I'll knock nothing over. So I said,
Sitting under a potlid, tiny and inert as a rice grain.



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Se sono piccina, non posso fare alcun male.
Se non mi muovo, non farò cadere niente. Così dissi,
seduta sotto il coperchio di una pentola, minima e inerte come
un chicco di riso.


[frammento di POEMETTO PER UN COMPLEANNO 4 novembre 1959 - Sylvia Plath]

18 commenti:

  1. Non si è mai troppo piccoli per fare male.
    In fondo, siamo umani.
    E anche nell'immobilità, è bello sentire il pensiero viaggiare.

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  2. Molto buona entrata di quiete.
    - Dovunque tu vada in mezzo di movimento e di attività, prendiamo con noi il silenzio. Così, il movimento caotico attorno a noi che non abbiamo mai nascondere la porta di accesso alla fonte di creatività, il campo di pura potenzialità. Deepak Chopra-
    Saluti .-

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  3. Sei sicura ? Mi verrebbe da chiedere...-:)

    RispondiElimina
  4. Con i miei 177 cm di altezza mi riuscirebbe un pò difficile..
    Ti sei presa una 'cotta' e non riesci a placare il 'riso', di la verità.. :P

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  5. Ah ah detto a me che ho la grazia di Shrek e il tatto di Godzilla....

    RispondiElimina
  6. Il riso simbolo di abbondanza e prosperità, non è nella dimensione che perde il suo significato.

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  7. Non finirò mai di correre verso te
    anche se orizzonte non avrò perchè pur piccola
    rimani sempre la stella piu' bella.

    Maurizio

    RispondiElimina
  8. Arrivare fino alla unità minima di se stessi
    per abbracciare la propria essenza,
    nucleo del proprio mondo
    dove l’anima è al cospetto di se stessa...


    Nella immobilità del corpo,
    il cuore continua a muoversi
    descrivendo, con i suoi battiti,
    la poesia grande come la bellezza che la ispira, senza fine...



    “Ti aspetto

    E fino a quando non verrai tu
    io resterò sulla sponda
    dei voli, dei sogni,
    delle stelle, immobile.
    Perché so che dove sono stato
    non portano né ali, né ruote, né vele.
    Esse vagano smarrite.
    Perché so che dove sono stato con te
    si va solo con te, attraverso te”

    RispondiElimina
  9. *MrJamesFord*
    Proprio così, la stasi nasce dalla rinuncia o dall’incapacità di fare una scelta, ma è una scelta anch’essa. E i pensieri non si fermano, no, credo siano l’unica vera libertà che ci è concessa.
    Ciao MrJames, un sorriso (più tardi passo da te per un goccetto:)

    *Enrique*
    Mi piace, quest’interpretazione positiva dell’immobilità, che diventa il luogo in cui si potenzia e si crea un pensiero. Grazie Enrique, e scrivi pure in spagnolo se vuoi, è una lingua che amo!


    *guglielmo*
    Ovviamente no! Mi verrebbe da rispondere ..:)

    *Daniela*
    Ahahahahahah! In effetti anch’io son mica tanto piccina, con i miei 172 :) e non solo, sono tanta di tanto, e trabocco anche di “riso” sì, direi tanto da “scuocermi” piuttosto! Ahahahah! Tanta ti tanto, forse per questo desidero d’essere così piccina da risultar quasi invisibile, se non mi si vede non mi si chiede :)
    Un abbraccio alto!

    *radix*
    Vero? Non viene anche a te la voglia di esser piccino picciò? :) (comunque sulla grazie di Shrek nulla da dire, ma sei sicuro che Godzilla non avesse tatto? magari era solo un po' timido:)

    *mark*
    Questa mi piace tantissimo…

    *Maurizio*
    Ecco, poi arrivi tu e tutto sembra meraviglioso… e per un attimo mi sento la stella più bella.

    *Angelo*
    …. (senza parole, come sempre)

    (è che vorrei proprio diventar piccola piccola e non far male)

    RispondiElimina
  10. io trovo terribili queste parole di Sylvia Plath, terribili...
    scomparire per non ingombrare.

    RispondiElimina
  11. Per quanto vorrai farti piccina, nulla potrai fare per la "grandezza" del tuo Animo: bello e grande. Tanto che non basterebbe il Louvre.

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  12. Temporali, lampi e saette questa notte hanno fulminato il mio delicato e fragile modem. In attesa di sostituirlo con un altro, vi lascio i miei cordiali sorrisi :) :) Insomma a presto!
    Aria

    RispondiElimina
  13. stare immobili é ancora più assordante

    RispondiElimina
  14. Ciao piccola :))
    Mi verrai a trovare, vero? :*

    RispondiElimina
  15. Anche io ho poetato cotanti versi da sotto un coperchio,no,un momento,era uno scolapasta.

    Nessuno m'ha creduto. *La scelta di non scegliere è una seconda scelta,la prima sarebbe la migliore*

    RispondiElimina
  16. *shadow*
    sono terribili, sì. Che poi si sa, la Plath ha provveduto poi, a scomparire davvero. Eppure, in questo poemetto, traccia un percorso di morte (uccisione di se stessa perché un'altra se stessa possa sopravvivere), di trasformazione e di ritorno alla vita. E' un poema che si chiude con la rinascita. In cui promette, dopo aver frantumato il proprio io in mille pezzi, di tornare a una nuova vita. Una promessa che mantiene, per un certo tempo. Chissà, se sia veramente possibile, "ricostruirsi" sulle proprie macerie. Credo di sì, anche se spero di non dovermi mai raccogliere con un cucchiaino :)

    *AnonimoAMicoMio*
    e meno male che hai detto "Animo", sennò avrei potuto fraintendere quel bello e grande :)))) Ma tu mi vuoi troppo bene, addirittura il Louvre! dalla pentola al Louvre il salto è notevole! grazie caro...

    *OcchioCavo*
    ed è pure pressocché impossibile e noioso. C'è un esame clinico che faccio ogni anno, sono costretta a rimanere immobile per un'ora dentro un tubo...è una specie di tortura, comincia a prudermi la testa, e poi mi vien da starnutire, e poi mi scappa la pipì, e poi devo tener le braccia dentro ad lettino stretto 50 cm che mi contiene appena, e devo lottare con la tentazione di farle cadere penzoloni, e poi mi fa male la schiena che odio star supina e poi non posso parlare, insomma un incubo!

    *Rosy*
    Eccerto che vengo! appena riesco a trovare da qualche parte qualche minuto di tempo, che periodaccio!

    *Out*
    uno scolapasta??? ma così i versi ti vengono tutti buchi buchi!!

    RispondiElimina
  17. I buchi servono per ossigenare il poco encefalo rimasto. Una donna un giorno mi disse d'esser un vaso infranto e come tale irrecuperabile all'originale splendore: ero convinto del contrario e lottai tanto per farla ricredere,alla fine cedetti ma resto dell'idea che non ci si debba distruggere per ricostruirsi,basterebbe trovare mani accoglienti in grado di donare il bene,la vera colla per ogni crepa *out

    RispondiElimina
  18. Assolutamente d'accordo con te. Non è necessario distruggersi, io poi non amo soffrire, neanche un poco, quindi figurati se mi autoflagello nella speranza di ricostruirmi migliore! però a volte accade...e allora sì, affidarsi alle mani di chi ci vuol bene. Out, la tua riflessione è decisamente In, e ora vado a cercarmi uno scolapasta anch'io :)

    RispondiElimina

nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

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Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

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