Qui le più fragili mie foglie, eppure quelle che dureranno più a lungo,
Qui velo e celo i miei pensieri che non mi piace rivelare,
Eppure essi mi rivelano più di ogni altra mia poesia.



Walt Whitman

UnderConstruction



Quando ho mangiato bene mi informo sul destino degli altri.

(pagina CulinAria, che non è una roba porno, ve lo dico:)

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venerdì 29 ottobre 2010

orli

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La mia mente sentii fendersi -

come se il mio cervello si fosse spaccato -

Cercai di ricongiungere i due orli -

ma non riuscivo a farli combaciare.













I felt a Cleaving in my Mind -
As if my Brain had split -
I tried to match it - Seam by Seam -
But could not make them fit -









(frammento di Poem: 937. I felt a Cleaving in my Mind - Emily Dickinson)
versione originale e integrale qui








venerdì 22 ottobre 2010

Le tue parole

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AMico mio
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Ho incontrato il tuo ramo che oscillava vicino al mio, e sentivo come fosse difficile sopportare il peso di certi venti
e il tuo ramo sentiva il mio

Ho incontrato le tue radici sottoterra, radici solitarie e dolenti, rattrappite nell'ombra del dolore
eppure quelle radici hanno sfiorato le mie, e le mie hanno riconosciuto le tue

Hai gettato nel mio vuoto un granello di terra ogni volta che quel vuoto rischiava di soffocarmi
e io ho gettato granelli di terra nel tuo vuoto ogni volta che quel vuoto rischiava di soffocarti

Ho raccolto le gocce che scorrevano dal tuo albero ferito
e tu hai raccolto le mie

Mi hai riconosciuta.

E io ho riconosciuto te.

A questo servono non solo una delle tue parole,
perché io (ri)conosca te, in me.

E tu in me.

Questo mi salva.

E ti salva.















[Perché il suo sguardo sa perforare il visibile e sprofondare sino al nucleo dove le parole stringono l’origine, la vita, assecondando il bisogno di cercare dentro di sé ciò che non è accaduto fuori.

Perché continua a perdersi nel suo sentimento oceanico alla ricerca continua di quell’isola che abiti il suo cuore.

Perché ho raccolto i pezzi della sua dignità, li ho riposti nelle mani e glieli ho restituiti, grata a lui per aver riconosciuto me, e per aver raccolto le mie lacrime impedendo così che si disperdessero.

Perché lui diventa ombra per entrare nell’ombra, e poter catturare la luce.

Perché le sue parole non sono (solo) gli appunti di un esploratore, né l’approdo di un viandante, ma elementi su cui tornare, frantumarsi e modificarsi nella propria fisionomia d’uomo come l’onda si trasforma nell’incontro con lo scoglio che la infrange.

Perché lui discorre verso se stesso, lungo la via più difficile, quella che percorre le proprie sofferenze per arrivare al fondo di queste.

Perché indosso le sue parole, e sono della mia taglia.]



E rimango seduta accanto a te, a sentirti parlare.


Aria
disegno di Aria

lunedì 18 ottobre 2010

a puà

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sono tutta piena di lentiggini, direi che sono una donna a pois, proprio come una coccinella
sono piena di lentiggini, una donna a pois come una  coccinella
sono una donna a pois come una coccinella
sono a pois come una coccinella
sono come una coccinella
sono una coccinella
coccinella





Aria



















eco del 28/06/2007 M.M.





foto dal web

giovedì 14 ottobre 2010

Sveglia

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"In questo paese la gente non apprezza il mattino. Si fanno svegliare di prepotenza da una sveglia che spezza il sonno come un colpo di scure e si abbandonano subito a una fretta funesta. Mi dica lei come può andare una giornata che comincia con un simile atto di violenza! Cosa può esserne di persone che giornalmente ricevono, per mezzo di una sveglia, un piccolo elettroshock? Ogni giorno che passa si abituano alla violenza e disapprendono il piacere. Mi creda, è il mattino che decide del temperamento di un uomo".



[“Il valzer degli addii”  Milan Kundera]


...e anche di una donna.






I
o

s
o
n
o

a
l
l
e
r
g
i
c
a

a
l

m
a
t
t
i
n
o
.

oh!





altri frammenti di "Il valzer degli addii" QUI




lunedì 11 ottobre 2010

Tutto

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Tutto -

una parola sfrontata e gonfia di boria.

Andrebbe scritta fra virgolette.

Finge di non tralasciare nulla,

di concentrare, includere, contenere e avere.

E invece è soltanto

un brandello di bufera.







(“Tutto”  – Wisława Szymborska)





















 

foto dal web

lunedì 4 ottobre 2010

dried

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Qualche giorno fa facevo pulizia fra i vecchi libri di scuola e, sfogliando un vecchio grosso dizionario,  ho trovato un papavero fra le pagine. La memoria, la mia anarchica memoria,  ha cominciato un viaggio indietro nel tempo, tanto indietro, tanto tempo. Era una cosa che facevo spesso, seccare i fiori selvatici, soprattutto papaveri e margheritine, i fiori di camomilla. Fra le pagine dei libri. Amo i papaveri, fiori apparentementi delicati, bellissimi,  nelle campagne del mio paese d'estate disegnano tappeti infiniti di rosso. Si piegano al vento, resistono alla calura e al tempo. Ho trovato il mio papavero intero, sottilissimo, rosso scuro, il gambo ancora pieno di pelucchi. E' stata una sorpresa. Appena l'ho visto mi ha travolta una cascata di ricordi cristallini, allegri e pieni di risate. Ricordo che quel giorno, come accadeva spesso, ero con le mie amiche in giro in bicicletta. Andavamo a raccogliere le more. Quante ce n'erano! more nere e rosse, enormi e dolci. Le mangiavamo sedute sul marciapiede, tuffate (le more, dico) nella panna montata, nelle risa, nelle chiacchiere e nelle burle, il nostro gioco preferito. Un papavero così fragile e delicato è stato capace di regalarmi, dopo oltre 30 anni, una giornata intera di meraviglia.
Traccia di quel passato leggero e tenero, spensierato e giovane, che ha forgiato il mio sorriso. Ho ricordato dove è nato il mio sorriso. E l'ho lasciato lì, il papavero... nelle pagine del dizionario. Ora so dove cercarlo quando farò fatica a riconoscere la meraviglia.






imprigionato nel tempo
nel suo tempo
in quell'istante che rimane puro e intenso come i petali trasparenti
ancora chiusi a custodire
ciò che è stato






Aria



disegno di Aria

nota

I post etichettati col tag "echi" sono ritorni di parole, ripubblicazioni di pensieri posati nel tempo andato in due blog sul portale di Libero (che non ho cancellato nonostante li ritenga finiti). Per ragioni ogni volta diverse ho voglia di sentire l'eco di quel passato, qui.

altrove

Lettori fissi





Cara, amica mia cara,
ciò che riceverai sono oggetti da riempire, come lo è la vita d'altronde. Riempire con le tue scintille di bellezza che assomigliano un po' alle mie - altrimenti perché saremmo amici? continua

infiniti cristalli, brandelli di trasparenze raccolti ai bordi di un'anima fragile, se frugo in me non trovo che questo: frammenti di aria.

passato prossimo

... .. . ..

. . . . .