eco
.
.
.
.
.
.
Non ho mai avuto il culto del mio corpo. E' pur vero che vivo intensamente il mio corpo. Attraverso esso. Ho bisogno di toccare, di sentire con le dita la tessitura di un oggetto, le pulsazioni di una pelle, la frescura del mare. Ho bisogno di camminare a piedi nudi, sentire le venature del legno, affondare le dita nella sabbia. Ho bisogno di guardare. Dio! Divoro il mondo con gli occhi. Se guardo un albero lontano cerco di sentire le foglie tra le dita, e sento l'odore della corteccia. E ho bisogno di ascoltare. Quanti pomeriggi d'estate passati ad ascoltare il canto delle cicale nel mio giardino. Non ho il culto del mio corpo. Non mi importa se è bello. Ma è la mia voce. E ho sempre creduto fosse mio. Di più, ho creduto che il mio corpo fossi io. Che io fossi i miei occhi. E il mio sorriso. E le mie mani. Quando il mio corpo si è ammalato sono rimasta allibita. Si è ammalato senza senza avvisarmi. Da sé. Si è lasciato aggredire senza dirmi nulla. Può uccidermi il mio corpo! Come può farmi una cosa simile? E all'improvviso il mio corpo non è più mio. E' un estraneo. Non posso far nulla. Non è come decidere di aprire gli occhi e aprirli. Non è come decidere di toccarsi i capelli e toccarseli. Non è come decidere di correre e correre. Non è più mio. E così rimango sola. Senza il mio corpo che m'ha tradita. E la paura invade ogni poro. E' la paura di
non sapere. Non sapere cosa accade dentro di te. Se il tuo corpo è ancora con te o ha deciso di abbandonarti. E ti manca l'aria. E non riesci più a guardare. A toccare. A respirare. Finché non ti accorgi che così anche tu ti abbandoni. E allora faticosamente ricominci. apri gli occhi e guardi, ti tocchi i capelli, corri....fino a quando? Non lo so. Mi curo. Guarisco. Mi controllo. Non so ciò che sarà domani. Faccio pace col mio corpo. Non posso far altro. Accettare la paura, e considerarla parte di me. Ho due braccia, due gambe, la pelle bianca, i capelli ramati, e la paura. La lascio scorrere sotto pelle. E vivo. Com'è bella quella nuvola bucata da un raggio di sole! E ho amato...e il mio corpo è stato di nuovo mio. Come è bello l'odore dell'amore, e le carezze dell'amore, e gli sguardi dell'amore, e la voce dell'amore. Sentire l'amore che mi attraversava la pelle, e mi penetrava fin nelle viscere. ogni parte di me ne era inebriata. E il corpo è stato di nuovo mio.
Aria
09/03/2009
Grazie, Ana Muela, i regali inaspettati sono i più belli.
Bruna Verdone
Grazie per questo dono, la condivisione è l'anima del mondo.